RUOTE D’ORO Capitolo 6: Maurice Trintignant – pilota
-di Roberto Gerosa–
Quando parliamo di piloti degli anni 50’, tempi in cui pochi potevano disporre di un sistema organizzativo e sponsorizzazioni da capogiro come ai giorni nostri, nella grande platea dove alcuni sono sconosciuti ai più, si pensa che un cognome possa aiutare. Non è il caso di Maurice Trintignant (1917 / 2005), zio del celebre attore Jean Louis, che rimase conosciuto, oltre che per i risultati sportivi, anche per lo strano soprannome che gli rimase appiccicato nel tempo.
Siamo negli anni 40’, quando la Germania invase la Francia e il giovane Maurice decise di nascondere la sua auto Bugatti T 35 in un garage in attesa di tempi migliori. Tra i vari modelli costruiti negli anni 20’ dalla Automobili Ettore Bugatti, il cui fondatore Ettore nacque a Milano nel settembre dell’ 81’, la T 35 fu il modello di maggior successo, tale da poter vantare vincite su ben oltre 1.000 gare. Con guida a destra e sincronismi delle marce a volte discutibili, non era certo una macchina di facile guida, ma filava dritta come una spia ed era di estetica accattivante con la tipica forma del radiatore ad arco, di cui ancora oggi possiamo trovare il disegno su alcuni numerati orologi da polso. Finito il periodo della guerra, Maurice nel 46’ iniziò i preparativi della Bugatti T35, in modo che fosse pronta per partecipare al Grand Prix di Nizza. La vettura però non carburava correttamente e qualcuno notò in un angolo della vettura piccoli escrementi di topolini che evidentemente avevano usato come tana al riparo dalle condizioni meteo avverse. Le prestazioni di Trintignant in quella gara furono modeste e giustificate dalla possibilità che qualche “petoules” avesse sporcato i carburatori. Da qui, in quei tempi in cui non si era molto permalosi, il soprannome “petoulet” che alcuni concorrenti, con ironia, gli diedero, appellativo che si portò dietro negli anni.
Una nota significativa nella vita di Maurice è che nel luglio del 48’, durante il GP di Svizzera, ebbe un terribile incidente tale da ritenerlo clinicamente morto ma, evidentemente, la tempra di Trintignant come si suol “dura a morire”, fece sì che si riprese miracolosamente dopo qualche settimana e fu pronto a risalire su una monoposto da corsa. Le gare che lo videro affermarsi furono molte, tra cui La 24 ore di Le
Mans, ma fu il Gran Premio di Montecarlo del 55’, Mondiale di F 1, che vide l’ allora trentasettenne Maurice con la Ferrari che il “grande” Enzo metteva sempre davanti a tutto, piloti compresi, ritrovarsi alle qualifiche per definire l’ ordine di partenza alla nona posizione dove le speranze erano veramente poche. Dopo la partenza ufficiale, Juan Manuel Fangio con velocità bruciante si portò in prima posizione seguito dallo straordinario pilota Stirling Moss, entrambi su auto Mercedes e via via, tutti gli altri. Trascorsi una quarantina di giri, tra ritiri e sorpassi, Maurice, il “pilota gentile” con la sua guida dolce ma sistematica, lo stava aiutando nel ritrovarsi al quinto posto. La “destinée” fece che Fangio si fermasse per problemi al cambio, agevolando il pilota Moss che però, anche lui, dopo qualche giro, in una nuvola di fumo, ebbe problemi al motore (allora erano “quelle” Mercedes), così al comando passò il nostro Ascari con alle spalle Trintignant e Castellotti. Dopo ulteriori giri, i freni della vettura di Ascari non funzionarono correttamente e, forse anche per l’ olio sul percorso uscito dal precedente problema al motore di Moss e non pulito né coperto da una sorta di polvere apposita dai commissari di percorso, finì addirittura in acqua. A quei tempi infatti, oltre che insufficienti numericamente, i commissari godevano spesso di una preparazione molto easy, come ebbi modo di testare personalmente da ragazzo: una bandierina gialla in mano ed una veloce spiegazione su cosa fare e mi ritrovai commissario di percorso nella gara in salita “Stallavena-Bosco”. Ancora oggi la ricordo, perchè un signore del pubblico seduto assieme ad altri in una postazione rialzata, vedendomi ovviamente teso, mi disse, seguito da una risata generale:-“Ma non sei troppo piccolo per fare il commissario? Ed io prontamente risposi:-“ Ma non sei troppo grande per dire queste ca—ate? -Risata generale bis! Molto diversamente da allora, oggi i commissari devono avere un apposito patentino, frequentare corsi di aggiornamento, conoscere l’ uso delle bandiere (gialle oppure rosse/gialle a strisce) e usare per assorbire le macchie d’ olio, un prodotto a granulometria finissima ottenuto da una varietà di roccia magmatica. Tornando alla gara, il pilota Ascari, finito in acqua, ne uscì fortunatamente con poche escoriazioni al viso mentre, dopo circa tre ore di gara e di avvicendamenti, Trintignant con la sua Ferrari completò i suoi cento giri aggiudicandosi il primo posto. A seguito di questo incidente lo stesso Ascari ammise che, con l’ olio sul percorso e il problema ai freni, dovette decidere se entrare in collisione con una piccola tribuna affollata o terminare la corsa in acqua, uscendo poi tranquillamente dalla vettura in quanto, all’ epoca, non c’ erano le cinture di protezione. A conferma della bravura di Maurice, ricordo che nel 1958 vinse il GP di Montecarlo su una vettura Cooper Climax. Una nota curiosa è che Trintignant, nel Gran Premio di Argentina, vinse il secondo e il terzo posto!! Questo può risultare falotico ai giorni nostri, mentre negli anni 50’ i regolamenti permettevano al pilota, di cambiare la vettura in corsa.
Nella prima metà degli anni 60’, Maurice abbandonerà le gare orientandosi verso la produzione del vino, ammirando il nipote Jean Luis nei vari films come “il sorpasso” o come “Un homme et une femme” (Un uomo e una donna) del 1966, dove il nipote interpretò il ruolo di un pilota di Formula 1. . . .Com’è strana a volte la vita !
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15 Comments
Luca Veloso
Sempre pieni di storia e aneddoti questi racconti. Un bel modo per far conoscere ai giovani d’oggi uno spaccato di cosa significava correre a quei tempi. Luca Veloso
Paolo Tosi
Mai come in questa estate “oppressa” dalla calura, dall’incertezza per il futuro nostro e dei nostri figli, e le nostre “auto storiche” che “riposano” da mesi nei garage, è un piacere rivivere la storia di un pilota, a me sconosciuto. Articolo scritto con passione, e riferimenti personali. Un grazie all’autore.
Panathlon D.I.
Egregio Signor Tosi, grazie innanzitutto di leggerci apprezzando lo scritto di Roberto Gerosa.
Panathlon Planet, se non ne fosse a conoscenza, è il Web Magazine Quotidiano d’informazione e cultura dello sport, organo ufficiale del Panathlon Distretto Italia.
Il Panathlon Distretto Italia fa parte del Panathlon International, la cui sede è a Rapallo.
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Tutto ciò agendo sui vari territori con progetti in partnership con le Istituzioni ed i privati.
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Continui a leggerci. AugurandoLe Buone vacanze, La saluto cordialmente.
Massimo Rosa
Direttore Area Comunicazione Panathlon Distretto Italia
DIEGO
È un piacere leggere gli articoli di Ruote d’oro, un tuffo nel passato raccontato con maestria, corse epiche che certamente non annoiavano gli spettatori come invece le odierne corse di F1.
Angelo
Mi piace molto come si commenta la storia di un personaggio nel mondo dello sport avanti così Angelo
Stefano
Sempre affascinante conoscere la storia
Panathlon D.I.
Continua seguirci, scoprirai piccoli e grandi personaggi delle ruote di un tempo.
Buona estate,
Massimo Rosa
Direttore Panathlon Planet
Panathlon D.I.
Continua seguirci, scoprirai piccoli e grandi personaggi delle ruote di un tempo.
Buona estate,
Massimo Rosa
Direttore Panathlon Planet
Nicola
Tempi eroici ed eroi veri.E’sempre affascinante conoscere questi scorci di vita vissuta “pericolosamente”che hanno un sapore oramai perduto.Grazie a chi ci fa rivivere queste emozioni
Panathlon D.I.
Continua seguirci, continuerai a scoprire piccoli e grandi personaggi.
Buona estate,
Massimo Rosa
Direttore Panathlon Planet
Panathlon D.I.
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Buona estate,
Massimo Rosa
Direttore Panathlon Planet
Marco Nicoli
Affascinante storia di un grande pilota e di macchine fantastiche. Marco Nicoli.
Panathlon D.I.
Continua seguirci, continuerai a scoprire piccoli e grandi personaggi.
Buona estate,
Massimo Rosa
Direttore Panathlon Planet
emanuela
Articolo scritto con competenze ed entusiasmo, coinvolgendo chi lo legge con interessanti curiosità
Giacomo
Complimentoni Roberto per gli interessanti e curiosi articoli sul tema!