“I Personaggi dell’Urbe”, le Interviste (Im)Possibili di Lorenzo D’Ilario
Giovanni Malagò: “Ognuno di voi è testimone dell’unicità degli ideali che rendono speciale lo sport”
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ci parla del momento particolare che lo sport italiano sta attraversando in seguito all’emergenza Coronavirus. Nell’intervista che il dirigente ha concesso al Panathlon Club di Roma non manca uno sguardo all’importanza delle Associazioni Benemerite, tra le quali il Panathlon International – Distretto Italia costituisce certamente una pietra miliare per la diffusione dell’etica e della cultura sportiva. Malagò dedica anche un pensiero alle prospettive delle atlete e degli atleti azzurri in vista delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Tokyo che sono state posticipate al 2021.
- Qual è il ruolo delle Associazioni Benemerite e cosa possono fare alla luce degli ultimi cambiamenti per promuovere lo sport ad ogni livello?
Le Associazioni Benemerite custodiscono un inestimabile patrimonio di esperienze e di valori, mettendoli al servizio del movimento. Sono un importante punto di riferimento per chiunque ami lo sport, perché lo vivono e lo onorano con il loro prezioso impegno, promuovendone l’importanza a ogni livello. Sono la storia e assicurano la continuità.
- È ben noto come sia un grande appassionato di tutti gli sport, tra cui il calcetto, peraltro dimostrando sempre una forma smagliante. Qual è il contributo che apporta allo sport italiano il movimento sportivo amatoriale tanto sviluppato a Roma e nel resto del Paese?
L’attività, a qualsiasi livello e a ogni età, fa rima con longevità, è un antidoto capace di contrastare molte patologie, fisiche e psicologiche. Offre una reale testimonianza della centralità del nostro mondo nel tessuto sociale per i benefìci che sa garantire.
- L’Italia, geograficamente piccola, è così grande nel mondo in quanto a risultati sportivi. Come se lo spiega?
Merito di una scuola formidabile e di un know-how d’eccellenza, che è un modello nel mondo. Dietro ci sono preparazione, tecnica, conoscenze infinite e grande passione. Rimanere nella top ten del movimento olimpico, assicurando un ricambio generazionale all’altezza della tradizione, è il compito più improbo, considerando la costante flessione demografica e la concorrenza sempre più accentuata. Rende il senso delle capacità che connotano il movimento.
- Dopo l’emergenza del Coronavirus molti sport hanno sospeso i campionati ma non il calcio. Cosa ne pensa?
Sono coerente con la linea di pensiero espressa fin dall’inizio della pandemia. Il calcio, così come le altre discipline, aveva il diritto-dovere di provare a ripartire, nel rispetto delle prescrizioni generali legate al contenimento del virus. Avevo solo specificato quanto fosse importante avere un piano B, cosa che poi è stata contemplata, e la necessità di non prevedere, per nessuno e quindi neanche per il calcio, delle corsie preferenziali. Così è stato, perché alla fine sono state accettate le regole. Vedere tornare a praticare sport, seppur con le limitazioni del caso, è una gioia e un segnale di ripartenza che scalda il cuore.
- Cosa si attende il prossimo anno dalle Olimpiadi e dalle Paralimpiadi di Tokyo in termini di medaglie?
Ci troviamo a valutare una situazione inedita e di difficile lettura, alla luce del rinvio dei Giochi per la pandemia. Prima di oggi era successo solo in occasione dei conflitti bellici. Questo può certamente determinare un’alterazione dei valori, anche per la preparazione e per l’anno in più di tutti gli atleti. In assoluto resto fiducioso e credo che riusciremo a fare meglio di Rio 2016. Prima del lockdown avevamo superato quota 200 qualificati, cifra record se equiparata a quelle raggiunte negli stessi periodi dell’anno prima dei precedenti Giochi Olimpici. Un segnale della bontà dei risultati ottenuti dai nostri fantastici atleti e della lungimiranza delle programmazioni federali, in collaborazione con la Preparazione Olimpica del CONI.
- Ringraziandola per la grande disponibilità sempre dimostrata nei confronti delle nostre attività, nonché della sua presenza anche a fronte di impegni concomitanti, potrebbe porgere un saluto ai Soci del Panathlon Club di Roma?
Abbraccio idealmente tutti gli amici del Panathlon Club di Roma. Ognuno di voi è testimone dell’unicità degli ideali che rendono speciale lo sport. Grazie per la passione profusa in nome della promozione quotidiana del mondo di cui ci onoriamo di far parte, siete alfieri di un modo di essere che è anche uno stile di vita.
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