-Adriana Balzarini–
Dopo la partenza di tutte le delegazioni, che si erano trovate a Berlino per i Giochi, allo stadio furono abbattuti i cinque anelli e messo al loro posto una svastica. Questi Giochi berlinesi permisero di aumentare l’ influenza all’interno del CIO dei tedeschi, al punto che l’anno seguente allo stesso CIO prese il posto di Lewald un membro del partito nazista, Walter von Reichenau. Nello stesso anno, 1937 moriva de Coubertin a Losanna. Il padre delle Olimpiadi moderne venne tumolato in Svizzera ma il suo cuore venne portato a Olimpia, come da testamento.
Quando i membri del CIO si radunarono durante i Giochi di Berlino furono otto le città che espressero il desiderio di candidarsi per i Giochi del 1940: Alessandria d’Egitto, Budapest, Dublino, Helsinki, Buenos Aires, Barcellona, Rio de Janeiro e Toronto con Montreal.
Il Giappone attraverso il suo membro fece sapere di essere molto interessato perché avrebbe trovato un modo grandioso con l’ospitalità dei Giochi di festeggiare l’anniversario del 26° centenario dell’impero nipponico. Furono quindi assegnati a Tokio quelle estive e a Sapporo quelle invernali, preferendo la capitale Giapponese invece di Helsinki nonostante il Giappone avesse già dato segni di essere uno Stato aggressivo. L’Inghilterra aiutò questa candidatura nipponica perché dal punto diplomatico necessitava di rapporti amichevoli con il Giappone per difendere i propri territori imperiali asiatici.
Nel 1935 anche Mussolini aveva avanzato l’idea della candidatura di Roma preparando con oculatezza il dossier ma in seguito ad una visita dell’ambasciatore giapponese, membro del CIO la candidatura Mussolini la fece ritirare senza nessuna discussione. Ma dopo aver ceduto il passo al Giappone Roma e il regime fascista avanzò la candidatura per il 1944. Nel 1937 il Paese del Sol levante iniziò l’invasione della Cina e la stessa Cina con il suo delegato chiese la cancellazione dei Giochi; il CIO non prese posizione fino a quando nel 1938 , con il protrarsi della guerra arrivò la rinuncia del Giappone. Il CIO a questo punto volle spostare i Giochi ad Helsinki e quelli invernali in Svizzera ma al rifiuto della cittadina di Saint Moritz, tentò di spostarli a Garmisch. Un mese dopo l’invasione tedesca della Polonia fermò tutto. I Giochi per la seconda volta si fermarono. Il CIO festeggiò, in piena guerra, il suo cinquantesimo anniversario a Losanna nel giugno del 1944 con pochi membri presenti oltre ai delegati svizzeri.
Quello spirito olimpico continuò comunque a vivere grazie allo spirito degli uomini sportivi nei campi di internamento tedeschi di Langwasser, Woldenberg e Grossborn, ai confini di Germania e Polonia, furono rinchiusi dai tedeschi prigionieri di guerra di numerose nazioni europee. Proprio in questi luoghi con la fama triste per la durezza delle condizioni dei detenuti, si svolsero nel 1940 e nel 1944 edizioni clandestine di competizioni olimpiche: la XII e la XIII Olimpiade, che ufficialmente risultano come non disputate a causa della guerra. Questi uomini non lasciarono lo spirito olimpico e seppur a rischio della vita, tennero alta la bandiera dello sport e della civiltà di fronte alla barbarie nazista.
Nel Museo dello Sport di Varsavia è stata aperta una sezione per le Olimpiadi dimenticate e proprio in questa sede si possono trovare i reperti degli oggetti e la bandiera che i detenuti costruirono.
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