Un grave lutto ha colpito il mondo del giornalismo sportivo marchigiano. Sono stati celebrati questo pomeriggio nella chiesa di Sant’Agostino di Ascoli Piceno i funerali del collega giornalista Bruno Ferretti. Bruno negli anni si è fatto voler bene non solo per aver raccontato le avventure dell’Ascoli Calcio dal 1973 quando entrò per la prima volta nella redazione del Messaggero per poi diventarne con gli anni caposervizio e responsabile dello sport marchigiano. Bruno Ferretti è stato amato per la sua bontà, per essere stato umile negli anni dell’apprendistato ed esserlo rimasto anche dopo quando ha fatto da chioccia e da guida a tanti giornalisti che lo hanno avuto come Maestro di sport e di vita. Centinaia di ragazzi che si sono appassionati a questo lavoro pur consapevoli delle difficoltà di un percorso professionale spesso sottopagato. Lo stimato e apprezzato collega se ne è andato dopo aver esultato per l’ultima volta venerdì sera alla quarta vittoria consecutiva del suo Ascoli.Bruno 67 anni ad ottobre, ha scritto le pagine più belle della storia dei bianconeri. L’epopea di Costantino Rozzi e di mister Carletto Mazzone, suo zio, l’Ascoli del Record di punti e di vittorie in serie B, ma anche gli anni dei presidenti Roberto Benigni e Francesco Bellini fino agli ultimi mesi con l’attuale Ascoli. Dopo essere andato in pensione aveva accettato la proposta del Corriere Adriatico e poi la sfida dei quotidiani online prima con Ascolilive e poi fondando con altri colleghi professionisti Cronache Picene. Il tutto mantenendo sempre la sua linea critica, non risparmiando bacchettate che gli sono costate spesso lunghi silenzi stampa da parte della società di corso Vittorio.Ma Bruno Ferretti è stato sempre un giornalista libero e professionale e per questo era molto amato dai suoi lettori ma anche molto odiato da chi lo vedeva eccessivamente critico. Il suo amore per l’Ascoli Calcio però non gli offuscava la ragione e se le cose non andavano bene Bruno lo scriveva anche a costo di diventare impopolare.E in questi anni tante cose non hanno funzionato nel mondo Ascoli Calcio. Uomo buono, generoso, sempre disponibile, simpatico, ironico e molto competente, compagno di centinaia di trasferte tra cui quella storica a Wembley dove pure gli ultras non gli risparmiarono uno striscione polemico. Ma anche a Casarano o a Torre Annunziata come ha scritto l’amico Stefano Cesetti in un post su Facebook. “Quante trasferte, quante partite, quanti articoli. Quante chiacchierate. Mai concorrenti, semplicemente colleghi. E amici. Ciao, Bruno”.Ma Bruno era cosi. Finiva un campionato e lo ritrovavi con lo stesso entusiasmo in ritiro a valutare tecnici e giocatori appena arrivati. Proprio con Stefano Cesetti e Giovanni Giacomini del Resto del Carlino è stato uno dei grandi Maestri del Giornalismo Sportivo ascolano. Sempre pronto a dare consigli e a parlare ore di tattica e di tecnica calcistica. Bruno amava l’Ascoli ma amava il suo lavoro consapevole che chi scrive su un giornale si espone per forza alle critiche. Molto vicino anche al Sestiere di Porta Romana dove il fratello Andrea è tuttora uno degli storici tamburini, Bruno partecipava alle cene di Sestiere e alle Feste Propiziatorie. Bruno Ferretti ha fatto la sua ultima apparizione pubblica al Teatro Ventidio Basso voluto dall’assessore allo sport Nico Stallone nel dicembre scorso in occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Costantino Rozzi. La settimana scorsa si era collegato invece via telefono con Vera TV nella trasmissione condotta da Peppe Ercoli per parlare dei progressi dell’Ascoli di mister Dionigi.Purtroppo però la malattia non lo ha mollato debilitandolo fino all’ultimo respiro.Alla moglie Anna, ai figli Marco e Dario e al fratello Andrea, ai parenti tutti giungano le condoglianze della redazione di Panathlon Planet. Ciao Bruno. Ci mancherai.
Valerio Rosa