-di Massimo Rosa–
Scozzere di origine irlandese, sfidò gli Stati Uniti nella prestigiosa America’s Cup
“Please a cup of tea…yes Sir…Lipton tea…of course Sir”, questo è l’immaginario dialogo tra un avventore ed un cameriere, entrambi cittadini di Sua Maestà britannica. Ma a ripensarci bene non è così tanto immaginario né tantomeno è obbligatoriamente tra due cittadini britannici, poiché il tea èuna bevanda consumata a qualsiasi latitudine, non parliamo poi del marchio citato, il thè Lipton.
Pochi sanno però che Thomas Lipton jr, il fondatore della nota azienda, è stato un grande appassionato di sport: la sua passione più grande fu il mare, e quando si parla di questo si parla di vela. Andiamo però per ordine.
Il nostro personaggio nacque in Scozia a Glasgow il 10 maggio 1850, ma le sue origini erano invece irlandesi, infatti la famiglia affondava le proprie radici tra quei cittadini Ulster – Scots dell’Isola Verde. Thomas studiò sino all’età di 13 anni, poi per esigenze di bilancio familiare si trovò un lavoro come fattorino, continuando a studiare in una scuola serale. Un anno più tardi si trovava a bordo di una nave in qualità di mozzo.
Il colpo di fulmine del ragazzo per il mare maturò durante le traversate dal porto di Glasgow a Belfast e viceversa quando ascoltava i racconti dei marinai che avevano viaggiato sino agli Stati Uniti d’America. Le storie dei suoi compagni di viaggio ed il mare gli trasmisero forti emozioni, regalandogli così spazi infiniti con la fantasia. Scattò così in lui la grande passione che lo porterà giovanissimo negli USA, da dove avrà inizio la sua grande fortuna. Una volta raggiunto il successo in America, nel 1870 ritornò a Glasgow. E da lì conquistò il mondo con il suo celebre thè. Questo dunque Thomas Lipton Jr. imprenditore.
Ce n’è però un altro, come già anticipato, sportivo, quello meno conosciuto alle masse. E’ la persona che da innamorato del mare divenne un abile velista, tanto abile da lanciare per cinque volte la sfida agli Yankee nell’America’s Cup… purtroppo per lui le perse tutte. Questo avvenne tra il 1899 ed il 1930.
VIDEO: https://youtu.be/mcgy_tFro7s
Pur uscendone sconfitto ciò non gli impedì di essere il primo sponsor della storia della celebre sfida ed in senso lato nello sport, sponsorizzazioni che ovviamente aumentarono le vendite dei prodotti con il suo nome negli Usa e nel mondo. Dunque un precursore dell’attuale marketing-comunicazione.
Non solo la vela era la sua grande passione ma anche il calcio, tanto da organizzare alcuni tornei internazionali, veri e propri antesignani della Coppa del Mondo. A Torino ebbe luogo la “Sir Thomas Cup”, riservata alle più prestigiose squadre di Italia, Germania, Svizzera e Gran Bretagna.
A quei tempi gli inglesi, ritenendosi i Maestri del football, e dunque restii ad incontrare “gli altri”, negarono il loro assenso alla partecipazione, si aggiunga poi il fatto delle origini poco British di Sir Thomas Lipton, più Irish & Scottish naturalmente, snobbarono l’evento.
Ma il nostro Sir, per nulla impressionato, fece arrivare sotto a Mole Antonelliana la squadra del West Auckland F.C., una squadra di dilettanti della Contea di Durham composta principalmente da minatori, visto che nella zona c’erano miniere di carbone.
Successivamente per salvare la faccia gli inglesi dettero vita ad una leggenda a proposito della partecipazione del West Auckland a questo torneo, e cioè che Sir Lipton, vedendo nell’annotazione del proprio segretario le iniziali W.A., il quale intendeva segnalare il Woolwich Arsenal, il noto club londinese campione d’Inghilterra, interpretasse West Auckland, in considerazione anche del fatto che il nostro re del The seguisse con passione la Northern League, campionato in cui era presente appunto il piccolo club.
La “Sir Lipton Cup” si svolse in due edizioni: una nel 1909, vinta dal West Auckland che batté in finale gli elvetici del Fussball Winterthur, ed una seconda nel 1911 in cui i dilettanti dell’Isola di Albione legnarono anche la Juventus. Alla faccia dunque di chi aveva snobbato il torneo. Non contento il nostro personaggio fece disputare la sua coppa anche nel meridione italiano, a cui erano ammesse squadre siciliane e campane. Quindi dette vita alla “Copa de Caridad Lipton”, riservata alle nazionali di Argentina ed Uruguay.
“A cup of Tea, Sir?”…”Yes, but only a Lipton Tea”….”Of course Sir”.
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