–Adriana Balzarini-
“Anche se stiamo vivendo un momento difficile che si ripercuote anche nel mondo dello sport al punto che I Giochi estivi di Tokio 2020 sono stati spostati al prossimo anno o forse addirittura annullati se non arriverà il vaccino anti virus. Se così fosse sicuramente per la storia li catalogherebbero come Olimpiadi “sospese per pandemia” che si va ad associare alle due “sospese per le Guerre Mondiali”. Come se non bastasse domenica sera ,24 maggio 2020, Giovanni Malagò, Presidente del CONI , ha annunciato la richiesta da inoltrare alla FIS di spostare i “Mondiali di Sci alpino di Cortina del 2021” al 2022, anno che coinciderebbe con i Giochi Invernali . Anche qui la dicitura che passerà alla storia sarà “spostate per motivi di sicurezza per virus”? (era già capitato in Spagna, a Sierra Nevada nel 1995, dove vennero posticipati di un anno per “mancanza neve”) Di fronte a queste notizie noi, che siamo fiduciosi nel futuro sportivo, continuiamo a raccontare con grande entusiasmo del passato, dei Giochi e degli uomini che hanno fatto la storia con le loro gesta sportive. Del resto vale sempre la pena ricordare che “non c’è futuro senza conoscenza del passato” e noi siamo fortunati ad aver assunto questo compito per divulgare “le storie olimpiche viste dal Panathlon”. Buona lettura!
Il calcio olimpico italiano di Parigi 1924 è sicuramente interessante specialmente se mettiamo a fuoco un personaggio particolare: Virgilio Felice Levratto. Ligure, classe 1904, ha iniziato a giocare con “una palla durissima creata con le frattaglie dal macellaio da cui lavorava fin da bambino ” ed è poi passato alla storia del calcio come giocatore dal fisico imponente, con un sinistro devastante al punto di essere soprannominato “sfondareti”. Abbatteva come un ciclone traverse e reti ma anche avversari quando li trovava sulla traettoria di tiro. Ai Giochi il calcio aveva già debuttato nel 1900 a Parigi dove si vide giocare due partite giocate su quattro programmate, Levratto invece esordì nella stessa città olimpica nel 1924 quando l’Italia chiuse al quarto posto. Al di là del risultato ottenuto il nostro “Virgilio sfondareti” conquistò un’enorme fama grazie ad un episodio nella partita con il Lussemburgo. Il portiere avversario Bausch venne colpito in viso da uno dei suoi potenti tiri e con i denti si procurò un taglio profondo alla lingua al punto di cadere a terra in un lago di sangue .
Levratto si spaventò tantissimo dell’accaduto e corse a questo punto per tutto il campo disperato piangendo e gridando “ L’ho ammazzato”. Riportato alla calma Levratto e medicato alla meglio il portiere il gioco riprese, lo stesso portiere non volle uscire dal campo ma continuare la sua partita perché a quei tempi non era prevista la sostituzione. In una azione successiva Levratto ricevette il pallone vicino alla porta e al momento di tirare il portiere si accucciò a terra coprendosi il viso con le mani in segno di resa; a questo punto, invece di segnare un goal, Levratto mandò il pallone fuori campo fra gli applausi del pubblico sugli spalti. La sua fama fu così immortale che con altri tiri alle successive olimpiadi che si svolsero ad Amsterdam nel 1928, insieme al pallone mandò in rete anche due avversari.
L’altro episodio calcistico fu la presenza per la prima volta dei sudamericani in Europa per i Giochi: i calciatori della squadra dell’Uruguay. Il suo primo incontro era previsto con la Juguslavia e quest’ultimi mandarono in gran segreto degli osservatori durante gli allenamenti di questi “nuovi calciatori oltreoceano”. Gli uruguaiani se ne accorsero e a questo punto si allenarono “bluffando” sulle loro capacità offrendo lo spettacolo con dei tiri senza un’idea direzionale, al punto di far riferire dalle spie che questi calciatori erano non solo ridicoli ma capaci addirittura di fare tenerezza. Alla stadio non vi fu un grande pubblico per la loro prima partita, forse perché la notizia delle spie era circolata e quindi non valeva la pena pagare il biglietto per uno spettacolo insignificante. Prima del calcio d’avvio, la bandiera uruguaiana venne issata, ma capovolta, per errore degli addetti al compito e non venne nemmeno intonato l’inno della nazione. Nel pomeriggio caldo si svolse la partita con la Jugoslavia che a differenza di quello che aveva previsto perse contro i “calciatori incapaci” per 7 a 0. L’Uruguay continuò la sua marcia olimpica, partita dopo partita, vincendo sempre fino ad ottenere il titolo olimpico. Il bilancio finale vide la squadra uruguaiana con all’attivo 50 goal fatti e solo 1 subito.
Il calciatore riconosciuto indispensabile per la squadra fu José Leandro Andrade, unico giocatore di colore, che per le sue capacità in campo a Parigi venne denominato “la maravilla negra”. Vinse in seguito anche un oro olimpico nel 1928 e diventò Campione del mondo nel 1930. Dopo la carriera di calciatore, il primo campione di colore nella storia del calcio, diventò in seguito cantante e ballerino, seguendo le sue grandi passioni dopo il calcio.
Un altro atleta che vinse l’oro olimpico e che in seguito fece “carriera” fu un muratore, figlio di poveri emigranti irlandesi dal nome John Brendan Kelly. Era un reduce di Guerra che per l’occasione si arruolò nell’esercito americano e dopo essersi congedato con il grado di tenente avviò un’impresa edile. Sportivo da sempre si iscrisse alla più importante manifestazione del canottaggio la” Diamond Sculls” dove venne escluso perché le regole della gara impedivano la partecipazione ad atleti che di lavoro facessero gli operai, gli artigiani e i muratori. Deluso e amareggiato puntò tutto sulle Olimpiadi; partecipò prima ai Giochi di Anversa dove vinse nello stesso giorno due medaglie d’oro nella prova singola e in coppia di canottaggio.
A Parigi si riconfermò vincitore nella gara in coppia con il cugino Paul Costello. Dopo le sue vittorie divenne un personaggio famoso e anche i suoi affari come imprenditore edile andarono a “gonfie vele”. Nello stesso anno dei Giochi a Parigi sposò una modella, Margaret Katherine Maier, dalla quale in seguito ebbe un maschio e tre femmine, una delle quali divenne a sua volta modella e attrice di Hollywood. Ma questa figlia non solo fu attrice ma diventò anche la moglie di Ranieri, Principe di Montecarlo, diventando una delle principesse più famose del mondo. John Kelly divenne dopo le vittorie olimpiche il muratore più famoso del mondo, capace di salire le scale del successo e come finale di una favola non solo ebbe la figlia principessa ma ebbe dall’unico figlio maschio la soddisfazione di vederlo partecipare e vincere quella gara a lui preclusa, nello stesso bacino di Henley, e in seguito seguirlo nella sua avventura olimpica che si svolse per ben tre edizioni olimpiche.
Il Medagliere italiano Parigi 1924
MEDAGLIE
D’ORO 8: Ugo Frigerio (atletica) — Angelo De Martini, Alfredo Dinale, Aurelio Menegazzi, Francesco Zucchetti (ciclismo) — Luigi Cambiaso, Mario Lertora, Vittorio Lucchetti, Luigi Maiocco, Ferdinando Mandrini, Francesco Martino, Giuseppe Paris, Giorgio Zampori (Ginnastica) — Francesco Martino (Ginnastica) — Renato Anselmi, Guido Balzarini, Marcello Bertinetti, Bino Bini, Vincenzo Cuccia, Oreste Moricca, Oreste Puliti, Giulio Sarrocchi (scherma) — Pierino Gabetti (Sollevamento pesi) — Carlo Galimberti (Sollevamento pesi) — Giuseppe Tonani (Sollevamento pesi)
D’ARGENTO 3 : Romeo Bertini (atletica) — Ercole Olgeni, Giovanni Scatturin, Gino Sopracordevole [t] (canottaggio) — Tommaso Lequio (equitazione)
DI BRONZO 5 : Antonio Cattalinich, Francesco Cattalinich, Simeone Cattalinich, Giuseppe Crivelli, Latino Galasso, Vittorio Gliubich, Pietro Ivanov, Bruno Sorich, Carlo Toniatti (canottaggio) — Giorgio Zampori (Ginnastica) — Giulio Basletta, Marcello Bertinetti, Giovanni Canova, Vincenzo Cuccia,Virgilio Mantegazza, Oreste Moricca (scherma) — Alessandro Alvisi, Emanuele Beraudo di Pralormo, Alberto Lombardi (equitazione) — Umberto Luigi de Morpurgo (Tennis)
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