–di Rita Minarelli-
L’associazionismo sportivo in Italia riveste un ruolo fondamentale per la cultura e l’educazione allo sport e alla vita.
Rappresenta la possibilità per tutti di fare attività fisica e di praticare la disciplina preferita; ma è anche l’immenso universo di attività giovanili e amatoriali che di fatto costituiscono il vero motore alla base del mondo professionistico.
Siamo in tanti appassionati di sport, e ogni giorno, attraverso i media e le televisioni, viviamo grandi emozioni nel seguire i campioni ai massimi livelli, con le loro storie, le vittorie conquistate, le squadre che tanto ammiriamo e che portano in alto il nostro tricolore: questo ci fa sognare.
Ma esiste anche lo sport che non si vede, quello che non vive di clamori e di cui nessuno parla, che non appare sui quotidiani, in televisione o sui social, ma è quello che in realtà fa la differenza nella vita di ciascuno di noi, perché lo possiamo toccare con mano e vivere ogni giorno.
Le Associazioni sportive sono punti di riferimento delle comunità che nascono proprio per aggregare persone che hanno le stesse passioni e le vogliono condividere insieme.
Stiamo parlando dei centri sportivi, delle piscine, delle palestre, delle scuole di ballo, delle attività giovanili di tutti gli sport.
In Italia esiste una rete attiva di oltre centomila associazioni sportive dilettantistiche, diffuse e radicate in ogni angolo del nostro Paese.
Le Associazioni non hanno personalità giuridica, questo le differenzia dalle Società Sportive Dilettantistiche, e non hanno scopi a fini di lucro.
Nascono da persone volonterose, che spesso prestano, a titolo gratuito, tempo e risorse per sviluppare idee, progetti e attività che migliorano gli stili di vita e il benessere psicofisico delle persone di ogni età.
Fin da piccoli i bambini si avvicinano alla pratica sportiva iscrivendosi a corsi appositi che insegnano i primi passi verso le attività motorie, gettando le basi per educare e stimolare la loro crescita sportiva.
Qualcuno si appassiona ad una disciplina e prosegue nel percorso anche in adolescenza, raggiungendo buoni livelli dilettantistici e passando in alcuni casi al professionismo; ma c’è anche chi frequenta da un’attività all’altra semplicemente per provare nuove cose o perché non ha passioni specifiche.
Poi in età adulta ci sono quelli che frequentano cosi e palestre per rimanere in salute o semplicemente per socializzare, oppure chi continua lo sport della vita a livello amatoriale.
E infine ci sono adulti più grandi che magari non hanno mai fatto sport, ma scoprono in età avanzata che il movimento ha molteplici benefici, e rappresenta un ottima cura “non farmacologica” che allunga la vita.
L’associazionismo con i suoi valori e la sua funzione sociale può veramente migliorare la qualità della vita delle persone e diffondere una “sana” cultura sportiva basata sul “fair play” e sull’educazione, concetti che devono prevalere sulle scorrettezze e gli scandali che spesso coinvolgono gli ambienti professionistici.
Questo movimento, come già detto, apparentemente silenzioso e invisibile, è un patrimonio che va custodito e preservato, perché capace di generare anche importanti risorse economiche per il nostro Paese.
Purtroppo il sostegno delle Istituzioni è spesso insufficiente e non adeguato alle esigenze del settore che risultano sempre crescenti.
Si pensi ad esempio alle carenze di impianti sportivi e di aree attrezzate all’aperto; alle normative fiscali che apparentemente appaiono agevolate e semplificate, ma che di fatto sono complesse, mutano continuamente e lasciano spazio a libere interpretazioni; infine alla difficoltà di reperire fondi e sostegno sotto forma di contributi e sponsorizzazioni.
E’ un settore che in questa pandemia sta soffrendo molto e che avrà non pochi problemi a ripartire con le nuove regole di sicurezza e distanziamento sociale, anche se le persone hanno tanta voglia di ricominciare, perché mai come in questi difficili momenti, hanno desiderato di tornare a fare una sana attività fisica in libertà.
Per contatti scrivete a: segreteria.redazione@panathlondistrettoitalia.it