-di Raimondo Meledina-
Prima che fortunate vicissitudini sportive lo portassero lontano dalla “sua” Oschiri e che questa maledizione si abbattesse sul nostro pianeta, eravamo abituati a vedere, praticamente ogni giorno, Giovanni “Nanni” Achenza allenarsi in sella alla sua handbike con Roberto Fusaro ed altri amici sulle strade del Logudoro e Monte Acuto. Facciamo fatica, perciò, a pensare che fino a qualche giorno fa, il paratriatleta sardo del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, ormai star mondiale della disciplina, era costretto a casa, a Cattolica, a fare quel che poteva, con lavoro in cantina sui rulli e zero nuoto, sviluppando il lavoro proposto dai tecnici federali, senza però mai perdere la speranza che ad ottobre si possano disputare i campionati mondiali di Montreal, in un primo tempo assegnati a Milano e poi deviati verso la città canadese per i noti e gravi problemi sanitari che ancora investono il nostro Paese.
Da qualche settimana gli atleti olimpici/para(*O)limpici possono tornare ad allenarsi come prima, ma noi abbiamo profittato dell’indesiderato stop del pluriumedagliato in Giochi Olimpici (Rio de Janeiro 2016) con vittorie ed importanti piazzamenti in diversi campionati mondiali ed europei e da tempo di casa al Panathlon Club di Ozieri con puntatina anche in quello gemellato di Trapani, per porgli una serie di domande, alle quali ha risposto con la consueta cortesia:
D: grazie per la disponibilità, Nanni, e complimenti per i risultati che da ormai diversi anni stai ottenendo. Prima del fermo per COVID 19, dopo l’oro ai mondiali di Magog, in Russia, l’argento alle World Paratriathlon Series di Yokohama, Giappone, ed i bronzi nelle due tappe di Coppa del Mondo di Milano e Montreal, hai conquistato la quinta medaglia stagionale, ovvero, il bronzo ai mondiali di Losanna. Poi tutti forzatamente ai box: le Olimpiadi e le Para(O)limpiadi sono state rinviate al prossimo anno, ma, calendario alla mano, vi è ancora la possibilità di disputare qualche importante gara … Quali gli obiettivi per l’immediato futuro?
R: Punto senza mezzi termini al podio alle Para(O)limpiadi che si terranno il prossimo anno. Per via di questa emergenza, non so ancora che gare potrò disputare nell’immediato futuro. Le ultime disposizioni governative prevedono che gli atleti di prospettiva para(O)limpica possano riprendere gli allenamenti, per cui, insieme ai tecnici federali, faremo il punto della situazione per programmare al meglio ciò che resta della stagione agonistica e,se possibile, riprendere quanto prima a gareggiare. E’ evidente che questa lunga sosta non ha fatto bene a nessuno e siamo un pò a terra, ma dobbiamo farcene una ragione e ripartire con maggiore lena di prima per onorare nel migliore dei modi la maglia che indossiamo e la nazione che rappresentiamo in campo internazionale.
D: Esiste la possibilità che il Comitato Italiano Paralimpico, possa dare indicazioni nel senso di uno stop definitivo dell’attività agonistica per il resto della stagione?
R: Credo che tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia, che sembra finalmente concedere una tregua, ma tutti conveniamo sul fatto che la salute viene prima di tutto e non bisogna assolutamente abbassare la guardia perchè basta un nonnulla e si torna a punto a capo. L’agonismo, che per noi, se possibile, è più importante che per gli altri, può attendere. Siamo autorizzati a riprendere gli allenamenti, per l’attività agonistica restiamo in attesa di ulteriori e più precise disposizioni governative e federali, alle quali ci adegueremo in maniera totale. Ovviamente confidiamo in un quanto più sollecito ritorno alla completa normalità e quindi all’agonismo, che ci manca, e non poco.
D: “Resilienza” è il tuo motto : ci vuoi spiegare come, a 32 anni, dopo l’incidente, ti sei avvicinato allo sport paralimpico e quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a farlo?
R: Mi sono avvicinato allo sport para(O)limpico grazie ad un amico che mi ha mostrato per la prima volta l’handbike ed all’INAIL che me ne ha fornito una per iniziare. Questo mi ha consentito di rigenerarmi, e di reinventare prima una nuova quotidianità familiare e dopo di intraprendere la carriera agonistica, che sin qui mi ha gratificato non poco e voglio continuare ancora per molto tempo.
D: Qual’è lo stato dell’arte del paralimpismo italiano?
R:Lo sport paralimpico è in continua crescita, sono sempre più numerosi i tesserati e le Società, così come, rispetto a prima, sono molte di più le gare nazionali ed internazionali che ci consentono di essere attivi praticamente per tutto l’anno. Anche i media, da tempo, ci seguono costantemente e rendono il giusto merito a quanti si cimentano nei diversi settori para(O)limpici. Devo inoltre dire con orgoglio che la Sardegna è ormai ben rappresentata nelle varie discipline e compete con molti atleti di entrambi i sessi, con risultati sempre migliori, anche in campo internazionale.
D: ormai sei un simbolo ed un esempio, anche al di fuori dei ristretti confini della Sardegna: è risaputo che nella disabilità lo sport è terapeutico e, secondo come è agito, è in grado di cambiarti completamente la vita. Cosa pensi a riguardo e come credi si possa incentivare/agevolare lo sport presso i diversamente abili?
R: Sicuramente, e lo posso dire per esperienza personale, la pratica di uno sport è, per molti motivi in grado di cambiare la qualità della vita di una persona con disabilità, per gli stimoli che induce e per gli innegabili risvolti sociali che riveste. Ti cambia completamente la prospettiva. Per incentivare l’attività nei diversamente abili penso se ne debba prima di tutto parlare, diffondendone così la conoscenza e la cultura specifica. Molto importante poi, che gli Organi competenti facciano ogni sforzo per fornire a chi vuole iniziare un’avventura semplicemente unica e fantastica, gli strumenti del mestiere, di modo che chiunque possa farlo senza vincoli e condizionamento alcuno, aprendosi ad un altro mondo e, molto probabilmente, ad un’altra vita.
Messaggio affatto cifrato che senz’altro verrà raccolto da chi di competenza, tant’è che il Comitato Paralimpico Italiano ha già stanziato fondi specifici per promuovere la pratica delle varie discipline. Ringraziamo Nanni Achenza per averci voluto dedicare parte del suo tempo e gli auguriamo i migliori successi per il futuro.
P.S. *La (O) tra parentesi è una forma di protesta, poiché ritengo un torto non chiamarle Olimpiadi o quantomeno Paraolimpiadi. MR
Se volete comunicare con PANATHLON PLANET, scrivete a: