Quando la passione, la determinazione e la voglia di divertirsi si ritrovano in un unico atleta allora è facile verderlo primeggiare. é il caso di Simone Origone, l’atleta più titolato della storia dello sci di velocità (il chilometro lanciato) che abbiamo incontrato in una conviviale “virtuale”, alla presenza del nostro Governatore dell’Area3, Maurizio Nasi.
E’ stata una bella e piacevole serata, seppure in videoconferenza, che ha messo in luce anche i tratti più personali del campione di Champoluc. Non solo agonismo, quindi, ma una chiacchierata a 360 gradi sulla sua straordinaria carriera e la sua vita suddivisa tra le lezioni di maestro di sci e l’escursioni come guida di alta montagna.
Ne è emerso un ritratto autentico, vero, come è Simone. Sincero, schietto, determinato come le genti di montagna.
Ben 17 anni di vittorie, soddisfazioni, delusioni, infortuni, paure che hanno accompagnato Simone, una sorta di “Highlander” degli sport invernali che già nel 2007 ha ricevuto il Premio Panathlon.
Il suo palmares parla da solo: 12 Coppe del Mondo di sci di velocità, 50 vittorie in CdM, 6 record mondiali, 6 medaglie d’oro e 1 argento ai mondiali, alcuni titoli tricolori e già detentore del record di velocità (252,987 km/h) che gli fu soffiato proprio dal fratello Ivan (254,987 km/h), atro grande interprete della velocità.
Abbiamo ascoltato tante storie di vita . Si è passati dalla stagione agonistica appena ultimata (conclusa anzitempo, ma in cui aveva vinto tutte e sei le gare in programma) alle prospettive per il futuro, malgrado l’età che avanza e soprattutto le ginocchia che da tempo limitano fortemente i suoi allenamenti.
Si è parlato della sua attività di guida alpina (e della sua sfortunata avventura al K2, costretto a tornare indietro quando pensava di poter arrivare in vetta), del mondo dello sci di velocità, con i suoi protagonisti, le sue piste, le sue evoluzioni tecniche. O del rimpianto di non aver avuto una carriera da protagonista nello sci alpino, il ricordo del padre che lo accompagnato fin dagli esordi, l’importanza della famiglia e la consapevolezza che per questa disciplina non ci saranno le Olimpiadi.
Alla fine dell’incontro ci ha lasciato con un mezzo sorriso e con una battuta che lascia intendere molto: “Non è ancora finita…”
Piercarlo Lunardi Presidente Panathlon du Val d’Aoste