–Redazione “Gianni Brera”
-Il trionfo della filosofia del “Cholo” Simeone
-di Francesco Nicolato
“Lalalalala Atleti! Ohhoohhh”Questo è il grido che ci siamo abituati a sentire lanciato dal Frente Atletico negli ultimi anni vedendo le partite di Champions League e Europa League. Dal 2012 ad oggi la squadra di Diego Simeone ha disputato quattro finali delle due più importanti competizioni europee, due di Europa League e due di Champions League. Aggiudicandosi le due di Europa League (primo allenatore non europeo a vincere questa competizione), e perdendo le due sfide finali di Champions League contro l’eterno rivale cittadino il Real Madrid, anche se nell’ edizione del 2014 i colchoneros avevano il titolo in tasca fino al penultimo minuto di gioco e nella finale del 2016 sono stati superati solo ai rigori.
Aver raggiunto quattro finali di coppa su otto complessive disputabili dal 2012 al 2019 per un club significa avere il 50% di presenze e il 50% di vittorie, oltre ad avere vinto le due finali di Supercoppa Europea 2012 e 2018 ottenendo così un risultato straordinario per un club che prima dell’ arrivo del mister argentino aveva in tutta la sua storia vinto solo quattro coppe internazionali tra cui una coppa Intercontinentale nel 1974 sostituendosi al Bayern Monaco (rinunciatario ad affrontare nella doppia sfida l’Independiente Avellaneda) dopo aver perso la ripetizione della finale di Coppa dei Campioni contro di loro!
Oltre ai successi europei gli uomini di Simeone vantano un palmares complessivo più ampio avendo vinto la Coppa del Re nel 2013, la Liga e la Supercoppa di Spagna nel 2014. Un totale di 7 titoli in 8 anni. Ciò che rende incredibile questo ciclo di rendimento e di vittorie è il modo in cui è stato ottenuto, tenendo conto che il potenziale di partenza come qualità di giocatori e possibilità di investimento economico era notevolmente più limitato rispetto agli altri grandi club europei tra cui i rivali del Real Madrid e del Barcellona. Questo miracolo calcistico nasce da una filosofia ben chiara evoluta tramite le qualità di leader del suo allenatore Diego Simeone e il prezioso lavoro svolto dal suo preparatore atletico Oscar Ortega che senza ipocrisia viene ritenuto da molti addetti il miglior preparatore atletico al mondo per una squadra di calcio. Oltre ad uno staff di uomini con in primis la figura del suo assistente allenatore Mono Burgos che opera in assoluta simbiosi e massima fiducia reciproca con uno spirito di trasparenza nel rispetto dei propri ruoli al fine di ottenere la vittoria comune.
Simeone è stato l’artefice di questa crescita che ha portato il club ad un incremento esponenziale nel valore del proprio organico calciatori. Al suo arrivo il valore patrimoniale seguendo le fonti del sito web transfermarkt era di circa 200 ml euro ai 709 ml euro attuali (il Real Madrid ha un valore stimato di 888,50 ml euro e il Barcellona di 852,65 ml euro, Manchester city 1,02 mld euro, Liverpool 966,95 euro), permettendosi di chiudere l’ ultima campagna trasferimenti con un utile di 69,60 ml euro pur acquisendo il miglior giovane talento portoghese l’attaccante di movimento classe 1999 Joao Felix per 126 ml euro dal Benfica. Aggiungendo a ciò un netto implemento del proprio indotto economico tramite un nuovo affascinante appeal oltre i ripetuti successi ottenuti sul campo, la continua presenza nella Champions League con eliminazioni spesso a competizione avanzata, mentre a livello strutturale si è arrivati alla costruzione del nuovo stadio di proprietà Wanda Metropolitano.
In pochi anni l’Atletico è diventato un club modello per trionfi, marketing, utili finanziari. Tutto ciò è dovuto anche alla lungimiranza del presidente Enrique Cerezo, del suo amministratore delegato Miguel Angel Gil Marin (figlio dell’ex presidente del club) e del direttore sportivo Andrea Berta italiano premiato nel 2019 ai Globe Soccer awards come miglior direttore sportivo dell’anno. Tutti i calciatori vengono acquisiti seguendo una precisa logica di scouting nel rapporto qualità specifica/investimento; si ricercano calciatori che siano funzionali alla cultura di prestazione del club sia per qualità umane sia per doti calcistiche.
La squadra viene prima di tutto e le aspirazioni individuali sono necessariamente subordinate al bene comune: essere un giocatore da Cholo porta con sé la necessità di uno spirito di adattamento al sacrifico e una cultura dell’auto-superamento che richiama per certi aspetti la disciplina militare nell’allenarsi e migliorarsi essendo sempre pronti a dare completamente se stessi per la causa comune. Il Profe Ortega è maestro nel creare prima di tutto la mentalità vincente nei calciatori oltre che prepararli alla resilienza nello sforzo.
La filosofia di Diego Simeone è molto semplice e chiara, pochi concetti di valore ben definiti come caudillo trascinatore: – Cuore, passione per ciò che si sta facendo – Credere che tutto è possibile. Credere in sé stessi, nel lavoro svolto che porta al miglioramento, il miglioramento porta al successo, le difficoltà affinano le abilità – Il potenziamento delle capacità inespresse dei calciatori come obiettivo da perseguire. Visionarietà nel perseguire ciò che ancora non è plausibile – Lottare per ribaltare le gerarchie esistenti a livello di club, l’essere visti come sfavoriti è fonte di motivazione per vincere – Insieme possiamo farcela, riconoscersi tra giocatori, fedeltà reciproca per il bene superiore ovvero la squadra – Comunicare in modo diretto con i calciatori e in modo obiettivo, sincero.
Questa filosofia è il cuore di tutto il processo di allenamento e di gioco che caratterizza la squadra del Cholo. Il soprannome gli venne dato dal suo allenatore Victorio Spinetto al tempo del settore giovanile nel Velez Sarsfield in onore dell’ex giocatore Carmelo Simeone che lo ricordava per temperamento e forza di carattere. Inoltre, Cholo (dall’ azteco) significa letteralmente meticcio, incrocio di razze tra indios e bianchi come la sua cultura mista tra America Latina e Europa.
La squadra di Simeone si caratterizza per lo spirito ribelle, combattività, aggressività continua a tutto campo animata da instancabile reciproca cooperazione perché solo così si possono conseguire i risultati pianificati. Lui stesso ammette che l’Atletico è la squadra del popolo come da tradizione colchonera, e con sensibilità verso le persone di classe meno agiata che faticano molto per ottenere qualcosa di importante. Così i suoi giocatori devono sudare, dare tutto per raggiungere il risultato voluto e ciò porta la sua squadra ad essere vicina al cuore della gente. In effetti l’Atletico di Madrid si riconosce immediatamente per il modo di stare in campo e per la compattezza con cui affronta qualsiasi avversario. Cioò che mi entusiasma dell’Atletico di Simeone è la possibilità di sfidare ciò che poteva apparire impossibile, ovvero trionfare sui giganti.
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