–Manuel Fangio cambia casacca vincendo con la Maserati 250f un altro titolo iridato
–di Fabrizio Pasquali
Strano destino quello di Stirling Moss, pilota ritenuto fra i migliori di tutti i tempi (Brabham e McLaren lo ritenevano il campione in assoluto) e mai iridato in F.1, tanto che fu coniato per lui un originale epiteto: “Penta-vicecampione del Mondo”
In effetti non conquistò mai l’iride nella massima Formula, ma il suo “palmares” è fra i più prestigiosi di quanti presenti nella storia dell’automobilismo, vantando vittorie nei maggiori G.P. e nelle gare più massacranti quanto esemplari. Ciò grazie alla sua arma migliore che consisteva nell’adattabilità veloce e sicura al mezzo guidato e questo avveniva in ogni categoria di vetture e nei circuiti più disparati.
Questa premessa andava fatta, oltre che per rendere omaggio ad un eccezionale Campione, anche al fine di capire come il Pilota inglese si trovasse spesso sul cavallo sbagliato o nel momento meno felice.
Ecco infatti che il 1957 si apre con Moss che emigra alla Vanwall quando la Casa inglese non è ancora all’altezza per ambire ad un titolo iridato.
Al contrario il fiuto di Fangio è infallibile.
Vero è che i rapporti con Ferrari furono sempre tesi e polemici, ma vero soprattutto che l’Argentino aveva adocchiato i sensibili progressi della Maserati 250 F ed in tale direzione si accasa per il 1957.
Ma vediamo gli schieramenti in pista: Fangio al Tridente con Behra e Schell; Ferrari con Hawthorn, Collins, Castellotti e Musso più gli “affezionati seniores” Gonzales, de Portago, von Trips, solo per citare i più noti.
Moss al di là della Manica, in Vanwall, con Brooks e Lewis-Evans; Cooper, ormai matura per vincere qualcosa, presenta Brabham e Salvadori.
Annata tragica per Ferrari che vede la scomparsa di Castellotti a Modena (durante alcune prove), la tragedia di de Portago a Guidizzolo Mantovano (dove, causa lo scoppio di una gomma, provoca una strage fra la folla assiepata ai lati della statale trovando lui stesso la morte; da qui la cancellazione della mitica “Mille Miglia”, la più bella corsa di fondo di tutti i tempi), la prematura quanto straziante fine del prediletto figlio Dino.
Coinvolto anche in polemiche giornalistiche che sfoceranno persino in tribunale, il “Drake” supererà a testa alta anche questo momento nerissimo della sua vita.
Si aprono le danze nella solita Argentina con la quarta vittoria casalinga del solito Fangio ed il giro veloce a Moss ( ancora in Maserati in attesa della Vanwall ).
Segue Monaco dove il “Volpone” iridato aspetta di uscire alla scoperto dopo il primo giro quando, per un’avventata serie di mosse e sorpassi al limite, si innesca una carambola che elimina in un sol colpo Moss, Collins e Hawthorn, permettendo così all’Argentino di condurre una gara vittoriosa in tutta tranquillità.
Bissa Monaco in Francia, mettendosi alle spalle ben tre Ferrari : Moss però si scatena e sono suoi tre prestigiosi G.P.: in Gran Bretagna, Pescara ed Italia, ma l’impresa viene vanificata da quello che è ritenuto il capolavoro di Fangio, la leggenda del Nürburgring.
Il Campione del Mondo è in testa dalla partenza, ma viene costretto ad una lunga fermata ai box: quando riprende si trova terzo, preceduto dalle Ferrari di Hawthorn e Collins a ben 50”.
Ma nello scenario del Nürburgring (anello tutto saliscendi di oltre 20 Km. con moltissimi momenti ciechi, così pericoloso da essere definito “improponibile” dallo stesso Michael Schumacher), il quarantasettenne Argentino dimostra che cinque allori iridati non possono andare che a lui e chiude la gara non solo vittorioso, ma accreditato anche del giro veloce.
Impresa semplicemente epocale.
Appagato di tutto, navigando verso la cinquantina e con molti chili di troppo, lascia con tale irripetibile gesto sportivo il Mondo automobilistico, onusto di gloria su cui pende solo un forse polemico dubbio: Fangio ha vinto con tutte le Marche più prestigiose (Alfa Romeo, Mercedes, Ferrari e Maserati) o grazie alle stesse?
A conclusione della stagione ’57 vanno ricordate alcune innovazioni tecniche che saranno poi adottate da tutti i Costruttori.
Anzitutto il motore posteriore della Cooper che influenzerà dapprima i Team inglesi e poi finalmente anche Ferrari, come avremo modo di vedere in seguito.
Per quanto riguarda l’alimentazione, va segnalato l’uso dell’iniezione indiretta (nei collettori di aspirazione) della Vanwall che segue a sua volta in parte quanto anticipato da Mercedes nel biennio iridato (‘54/’55), soluzione che era ancor più innovativa, dato che i motori tedeschi erano già ad iniezione diretta (nella camera di scoppio).
Se volete contattare PANATHLON PLANET scrivete a: segreteria.redazione@panathlondistrettoitalia.it