–Panathlon è sport ma anche cultura
–Roberto Gerosa, già presidente del Panathlon Verona, è un appassionato di auto d’epoca. Per molti anni è stato Vicepresidente del Veteran Car Club Enrico Bernardi. In questo articolo ci fa conoscere la figura dell’Ingegnere Enrico Bernadi, padre dell’invenzione del motore a scoppio.
di Roberto Gerosa
Molti di noi sono appassionati di calcio, di basket, di sci o di altri sport. Un’ altra buona fetta di sportivi è appassionata di auto. Di auto che definiremo normali, auto sportive, auto da corsa ma, sempre di più, appassionati di auto storiche.
Alcune di queste auto le vediamo sfilare in raduni ad hoc, mentre altre in gare agonistiche. Tutto il mondo dell’auto però ha un comune denominatore che ha nome e cognome: Enrico Bernardi (1841 – 1919), veronese di nascita e pioniere del motore a scoppio funzionante a benzina. Un doveroso cenno va anche ai Sigg. Matteucci che si erano cimentati nell’impresa già nel 1854 e Otto nel 1877.
Tornando al prof. Bernardi, fu chiamato nel 1879 alla università di Padova, dove poté meglio dedicarsi allo studio di motori a scoppio azionati dai vapori della benzina. Dopo qualche anno, verso gli inizi degli anni 80’, costruì un piccolo motore per la macchina da cucire della figlia Pia che prenderà appunto il nome di “motrice Pia”. Proseguì poi lo studio di un motore fisso industriale e nel 1889 costruì un motore a 4 tempi. Facendo un “salto indietro nel tempo” possiamo renderci conto della genialità e della indipendenza degli studi che il Bernardi fece. Tutto questo lo portò alla costruzione di una vetturetta inedita che doveva avere caratteristiche innovative per l’epoca, quali: leggerezza, stabilità nelle curve, ammortizzazione, e dirigibilità; fu così che inventò e realizzò lo sterzo corretto eliminando lo strisciamento ed aggiornò il filtro d’ aria, la frizione, il cambio, il freno ed altro ancora. Nel 1900 si iniziò la costruzione di motori per auto da corsa, alcune delle quali le possiamo trovare ancora oggi nei musei. Il prof. Bernardi non si accontentò e per migliorare le prestazioni dei motori, modificò anche il ciclo di apertura della valvola di aspirazione, ritardandone la chiusura e anticipando l’apertura di quella di scarico. Oggi queste cose potrebbero far sorridere o sembrare banali ma, lo sforzo richiesto è quello di immedesimarci nella storia di quegli anni dove gli agricoltori usavano i buoi per trainare l’aratro, le signore si beavano sopra le carrozze trainate dai cavalli ed i più avveniristici andavano in bicicletta senza sterzo: dritti…o dritti! In questi brevi cenni non è stato ovviamente possibile dare delle descrizioni complete ma, ogni qualvolta entreremo nella nostra auto, nuova o storica che sia, non dovremo dimenticare, ancora una volta, il genio Italiano.
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