–Monsieur Lapalisse del calcio–
di Francesco Schillirò-
Nato in Jugoslavia ma profondamente serbo, è stato un gran maestro di calcio, con una importante esperienza internazionale sulle panchine di squadre di elevata caratura, leggasi Feyenoord, Real Madrid e per due volte nel 1971-73 e nel 1999-2001 la Nazionale della Jugoslavia.
Aveva la capacità, con quella sua aria sorniona, di smorzare qualunque tensione si venisse a creare.
Era un maestro di buone maniere e amava ripetere “gentilezza costa nulla e compra molto”.
Quel suo modo di parlare, non condizionato ma libero, lo ha reso famoso, e mi ricordo quando affermò:” Gli allenatori sono come i cantanti lirici.
Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla Scala di Milano”.
Aveva un suo modo di mettere la squadra in campo, e quando una volta un giornalista gli ha chiesto cosa pensasse della zona, rispose: la zona? Un brocco resta brocco anche se gioca a zona. Dov’è lo spettacolo?.
La squadra tra le italiane che gli è rimasta più nel cuore è stata la Sampdoria che ha allenato dopo l’Ascoli, dove era stato parcheggiato dalla Juve in attesa di passare successivamente.
Questo passaggio non avvenne, perché Gianni Agnelli, si preoccupò delle dicerie sul “Boskov comunista “
Da questo veto è nata la “mitica Samp”.
Di estrema simpatia, d’altronde come era il personaggio, e lo posso confermare, avendo avuto la possibilità di scambiare qualche battuta, durante il suo periodo di allenatore del Napoli, al Presidente Mantovani al primo incontro disse:” squadra è come pianta: devi piantare semi, curare, annaffiare. Io devo ancora piantare semi e tu volere vedere pianta adesso”.
Infatti è stato profeta e nel campionato 1990-91, la Sampdoria vinse lo scudetto e dopo la vittoria disse: ” Sampdoria gioca calcio con cuore, come quando una mamma ama suo figlio. Sampdoria non è solo una squadra professionale, ma mette animo in tutto il corpo”.
Il suo ciclo di allenator e si chiuse nel 2001 come CT dell’ultima Jugoslavia. Nel suo periodo italiano ha lanciato molti calciatori che poi hanno avuto un ruolo nella nostra Nazionale e di questi, senza offendere gli altri, tutti meritevoli di menzione, mi preme ricordare Vialli,Mancini,Wierchowod e per finire ,nel periodo che allenò la Roma, il sedicenne Francesco Totti.
Ho chiesto a Giorgio Costa Presidente del Distretto Italia, ligure e tifoso della Sampdoria, cosa ne pensasse di Boskov e di Scoglio rispettivamente allenatori della Samp e del Genoa.
Questa è stata la sua risposta:” Sono due grandi personaggi dello sport che ci hanno fatto vivere appieno la passione per il calcio e le squadre del cuore, soffrendo e godendo come se le squadre di appartenenza facessero parte della nostra famiglia.
Questa è la prima riflessione che mi viene spontanea perché esce dal cuore “.