-di Adriana Balzaretti-
Tokyo 2020 si farà?-
Stiamo vivendo giorni difficili perché il virus che ci sta isolando dai rapporti umani reali non ci lascia tregua offrendoci di fronte alle notizie che ci arrivano in diretta un senso di angoscia. Il mondo è come se vivesse sospeso e anche il mondo dello sport non è immune: si è fermato, nonostante i rifiuti di chi ha pensato fino a pochi giorni fa di dover continuare per evitare perdite finanziarie . A oggi anche il C.I.O., attraverso il suo Presidente, rassicura gli sportivi che i Giochi si faranno nonostante il Coronavirus è ormai una piaga mondiale Personalmente continuo a pensare che non si faranno e che il CIO insiste nel continuare la sua politica positiva e non le vuole cancellare per eventuali penali e per le assicurazioni preferendo che sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dare lo stop; credo anche che uno spostamento renderebbe complicata la gestione. Ma i riti olimpici per ora continuano come da protocollo: nello stadio Panathinaiko di Atene, senza pubblico causa la pandemia di Covid-19, si è svolta la cerimonia di consegna della fiamma olimpica. La fiaccola è stata consegnata all’ex nuotatrice giapponese, Naoko Imoto scelta all’ultimo momento a seguito dell’assenza in blocco della delegazione giapponese rimasta a casa a seguito dell’emergenza sanitaria. Oggi la fiaccola in un clima surreale è arrivata in Giappone, presso la base aerea militare Matsushima. Il 26 marzo dovrebbe ripartire e dare il via alla staffetta olimpica dal J-Village di Fukushima che nel 2011 fu utilizzato come base per le squadre di soccorso dopo il terremoto; anche se ministro delle finanze giapponese Aso già definisce i Giochi di Tokyo “Olimpiadi maledette”
I Giochi Intermedi di Atene nel 1906
Fra i giochi di St. Louise, definiti i “Giochi della vergogna” e i Giochi dopo quattro anni a Londra nel 1908 si sono effettuati i Giochi voluti dalla Grecia perché non soddisfatta della gestione (di quelli che ritenevano i loro giochi) da parte di De Coubertin. Sono passate alla storia come i “Giochi intermedi” , Giochi che non furono mai riconosciuti dal CIO; venne ritenuta una manifestazione per festeggiare i dieci anni delle nuove Olimpiadi. Si svolsero dal 22 aprile al 2 maggio 1906. Bisogna riconoscere che dettero una credibilità organizzativa e tecnica e per la prima volta parteciparono delle vere e proprie rappresentative nazionali (20 nazioni) e gli atleti vennero selezionati in base ai risultati ottenuti precedentemente. Per la prima volta i Giochi si aprirono con una sfilata all’apertura. Per l’atletica si correrà in senso orario per l’ultima volta su sette corsie e fecero la loro prima apparizione nel programma la marcia e il giavellotto. Il torneo di calcio ai Giochi olimpici intermedi fu il terzo torneo olimpico, anch’esso dimostrativo come quelli del 1900 e del 1904. La finale venne segnata dal ritiro della selezione ateniese, deciso dopo l’umiliante primo tempo giocato contro la selezione di Copenaghen.
Per gli italiani primeggiarono il ciclista Francesco Verri e i membri dell’equipaggio di “Italia 1” (Bruna, Fontanella e Cesana). Il ciclista e i canottieri tornarono in patria con 3 medaglie d’oro ciascuno. Il bolognese Domenico Cotti vinse una medaglia nel salto con l’asta. Alberto Braglia (3 futuri ori tra Londra e Stoccolma) si aggiudicò 2 argenti nella ginnastica; nella scherma, i nostri due unici rappresentanti, Gandini e Cesarano, ottennero entrambi il podio.
Il successo di partecipazione e di pubblico fu notevole, tale da aiutare lo sviluppo dello sport più delle due precedenti Olimpiadi. Il 2 maggio si chiusero i Giochi e corone d’alloro e medaglie furono date ai vincitori. Il principe Costantino offrì agli italiani un gruppo in bronzo rappresentante Romolo e Remo allattati dalla lupa, dedicandolo al Comitato olimpico italiano e romano.