–di Adriana Balzarini–
Era nata per correre e rincorrere il sogno olimpico!
Il suo sogno non è riuscita a realizzarlo anche se fin da bambina la sua passione per la corsa era impossibile non vederla.
Sognava di diventare come il suo idolo Mo Farah, somalo come lei e di cui aveva appeso il poster in casa, che era riuscito a vivere in Inghilterra per potersi alleare per i Giochi di Londra. Samia invece correva a Mogadiscio e divideva i suoi sogni con l’allenatore che aveva capito le sue potenzialità. La Somalia è un territorio preda di costrizioni religiosi e la ragazza si allenava di notte in uno stadio deserto per evitare di essere vista senza il burqa. Riuscì ad ottenere a soli 17 anni la possibilità di partecipare ai Giochi di Pechino, guardando tutto quello che la circondava con occhi sognanti ma dopo la gara dei 200 metri, dove arrivò ultima, tornò a casa, in quella terra natia martoriata. Sogna tuttavia di diventare un’atleta professionista e pensa che lasciando quella terra potrà allenarsi come fece il suo idolo: il sogno diventa progettazione per arrivare in Europa per allenarsi per poter arrivare preparata per Londra 2012. Vuole la libertà di poter riscattare con un suo risultato tutte quelle donne somale sofferenti per la vita che devono condurre ogni giorno.
Samia partirà una notte da Mogasiscio sognando la pista di atletica e quella libertà di allenarsi che le possa permettere di raggiungere il suo obiettivo. Spera di poter utilizzare quelle gambe per camminare prima e scappare poi da quel territorio che l’aveva messa al mondo e dopo aver percorso 8mila chilometri arriva sulle coste della Libia, vivendo chissà quanti momenti di paura ma pensando sempre all’atletica. Pochi chilometri di mare nell’aprile del 2012 la separano ormai dalla realizzazione del sogno, quei pochi chilometri che vede come la proiezione verso il suo nuovo destino. Un destino sportivo di campionessa che purtroppo non arriverà mai ad essere scritto con parole positive perché il suo viaggio si fermerà a pochi metri da Lampedusa avvolta dall’acqua che diventerà la sua tomba mortale e cancellerà per sempre la sua vita. Ha camminato, ha sognato correndo di nascosto verso una meta olimpica ma ha perso la rincorsa a pochi passi dalla salvezza….Credo sia giusto ricordarla oggi, giorno in cui avrebbe compiuto 29 anni immaginandola libera verso Tokio 2021!