–di Raimondo Meledina-
La Federazione Italiana Rugby è la prima che ha deliberato lo scorso 26 marzo il blocco definitivo della stagione agonistica 2019/2020. Dopo aver temporaneamente sospeso ogni attività sino al 03/04 la F.I.R. ha preso atto della gravità della situazione sanitaria che investe il nostro Paese ed ha assunto questa decisione che, fra le altre cose, determinerà la mancata assegnazione del titolo di campione d’Italia e congelerà tutti i processi di promozione e retrocessione, che la Federazione si riserva di normare insieme alla ripresa dell’attività ad ogni livello per la stagione 2020/2021.
Sicuramente una decisione di grande coraggio, quella dei vertici della F.I.R., ma anche nelle altre Federazioni, sia a livello professionistico che dilettantistico, c’è molto fermento e, alla sospensione temporanea, potrebbero presto seguire altri stop definitivi.
E’ dell’ultim’ora la notizia che la Federazione Italiana Atletica Leggera ha sospeso ogni attività fino al 30 maggio, così come si è appreso che lunedì 30/03 pv avrà luogo un incontro fra i vertici federali del calcio professionistico (che registra la positività al virus di alcuni atleti di serie A, B e C), le Società ed i rappresentanti dell’Assocalciatori, per trovare una soluzione condivisa relativamente al governo della situazione, agli emolumenti, alla scadenza dei contratti, diritti TV e quant’altro, per cercare, questo quanto trapela, di completare i campionati entro la fine di luglio e poter poi iniziare la stagione 2020/2021 quantomeno entro i primi di settembre.
Ai vari livelli si riflette su come gestire e/o recuperare almeno parzialmente quanto lasciato in sospeso e non è per niente facile trovare soluzioni.
Nel mondo del ciclismo circola l’ipotesi, bella ed affascinante, ma, a detta degli stessi addetti ai lavori improbabile, se non utopistica, di unire in un’unica grande manifestazione il Giro d’Italia, la Vuelta spagnola ed il Tour de France che avrebbe, il condizionale è d’obbligo, inizio a Roma e terminerebbe a Parigi, ma anche qui si resta in attesa e si spera, nulla di sicuro. Tutto in stand-by anche nel basket, pallavolo, tennis, automobilismo, motociclismo, boxe, arti marziali ed in ogni altra disciplina, e le Società, su indicazione della comunità scientifica internazionale, degli Organi di Governo, del C.O.N.I. e delle sue articolazioni, e della Federazione Medici Sportivi Italiani, rinviano di giorno in giorno la ripresa dell’attività, per evitare in primis ogni assembramento di persone che, in campo come negli spogliatoi, ma anche negli spazi di accesso e nelle tribune dei vari impianti, potrebbe essere momento di contagio di un virus ad alta trasmissibilità.
A scanso di equivoci, va precisato che il fermo, tassativo, riguarda anche gli allenamenti e, salvo la deroga per gli atleti di livello nazionale (ai quali il divieto potrebbe essere però esteso visto il rinvio dei Giochi Olimpici di Tokio 2020), resterà chiuso ogni tipo di impianto, palestre, piscine, impianti sciistici e strutture sportive di ogni genere.
Resta da vedere se la coraggiosa e responsabile decisione della F.I.R. verrà mutuata anche dalle altre Federazioni, alle prese, come detto, con un dibattito interno che sarà molto articolato e condizionato anche dalla durata e grandezza della pandemia. Per il momento si marcia allineati e coperti nella stessa direzione, ovvero prima la salute, ma tutto lascia pensare che il vigente stop verrà prorogato, e, sempre con maggiore forza, vengono accreditate ipotesi di fermo definitivo anche in molte altre discipline.
Su tutto, anche sugli aspetti economici che, specie nel professionismo, incidono sugli aspetti decisionali, prevale, ripetiamo, la volontà di tutelare la salute individuale e collettiva ed a margine va anche sottolineato come il mondo dello sport stia confermando una grande maturità ed una generosità d’animo non comune nella raccolta di fondi per fronteggiare al meglio un’epidemia che si sta palesando come fra le peggiori degli ultimi secoli e come tale richiede maturità, serietà d’approccio, oculatezza e quel senso di responsabilità che sin qui il mondo dello sport ha dimostrato di possedere. Il tutto in attesa che quest’incubo finisca ed i vari attori possano tornare a fare ciascuno la propria parte, sicuramente tutti da vincitori e, dato che questa lunga sosta servirà anche per farci riflettere sul vero significato di libertà, anche migliori rispetto a prima.