–La Grande Dame del tennis italiano
–di Adriana Balzarini–
Lea Pericoli, milanese , nata il 22 marzo del 1935 è una delle tenniste che con la sua classe ha saputo inventare un tennis fortemente femminile per la sua grazia e per il suo fascino nel proporsi in campo diventando un’icona. La sciatteria, come lei ha sempre sottolineato, non fa parte del suo essere e tutta questa “bellezza” è riuscita a portarla in campo riuscendo a cambiare negli anni ’60 l’immagine delle tenniste. E’ stata soprannominata “la Divina” dal giornalista sportivo Gianni Clerici che scrisse inoltre che più o meno nell’ambiente tutti erano innamorati di lei, anche se non è mai stata una campionessa. “Sono stata una buona tennista forse rovinata nel momento migliore della mia attività agonistica.” Questa è stata una sua dichiarazione rilasciata a proposito, “sicuramente perché quel maestro australiano , Dinny Pails, che mi era stato assegnato dalla federazione aveva preferito cambiare il mio gioco aggressivo e un po’ selvatico facendomi cambiare impugnatura e costringendomi a lavorare sul pallonetto. Mi sono adattata e, come buona norma del tempo, non mi sono ribellata.”
Non sarà diventata una grande campionessa per palmares ma dobbiamo riconoscere che ha battuto le cinque vincitrici del grande slam : Shirley Bloomer, Karen Susman, Ann Haydon, Françoise Dürr e Billie Jean King. È stata semifinalista nel singolare (1967) e, in coppia con Silvana Lazzarino, cinque volte finalista nel doppio agli Internazionali d’Italia. Al Roland Garros è entrata quattro volte negli ottavi di finale nel singolare ed è stata una volta semifinalista sia nel doppio (con Silvana Lazzarino) che nel doppio misto (con Antonio Palafox). A Wimbledon è entrata tre volte negli ottavi di finale nel singolare, una volta nei quarti di finale nel doppio (con Lazzarino) e due volte nel doppio misto (con Orlando Sirola e con Palafox). Detiene il record del maggior numero di titoli vinti ai Campionati italiani assoluti di tennis, ventisette ,ha totalizzato 264 presenze in nazionale dal 1958 al 1975 e ha registrato 30 presenze in Federation Cup, ritirandosi a quarant’anni come campionessa in carica in tutte e tre le specialità.
Ci ha ricordato in una intervista che il tennis lei lo ha vissuto come la possibilità di viaggiare, perchè di soldi in quei tempi non se ne guadagnavano ed esisteva la purezza del dilettantismo. Doveva volare di notte per i trasferimenti per spendere meno e soggiornare in pensioncine. A Winbledon aveva solo il tiket per la prima colazione e la macchina l’aveva a disposizione per essere accompagnata ai campi di gioco. Il pranzo e la cena se la giocavano giocando a poker con altre giocatrici oppure accettando che qualche ammiratore le invitasse a cena . “Eravamo poveri ma belli”.
Oggi amiamo ricordarla per i suoi 85 anni perché lei ha portato in campo le affascinati gonnelline con il tulle, il pizzo e quelle piumate del geniale sarto inglese Ted Tinling che oggi sono esposte addirittura al Victoria e Albert Museum di Londra. Amiamo ricordarla per la sua presenza affascinante sui campi anche dopo aver abbandonato il tennis e oggi ci congratuliamo con lei perché per tenersi sempre in forma non è difficile trovarla ad inseguire un’altra pallina. Ha depositato la racchetta e ha preso in mano i ferri del golf ma non ha abbandonato il trucco, la cura per il suo corpo e la cura in ogni dettaglio per l’abbigliamento anche se ama definirsi che forse in lei c’è un cane perché non ha mai smesso di rincorre sempre una palla!