-di Massimo Rosa
-Cronaca di una giornata indimenticabile
Correva l’anno 1957 e presidente era Giorgio Mondadori, l’artefice assieme all’allenatore Angelo Piccioli (Non era ancora tempo dei mister) ed a quei magnifici ragazzi gialloblù della più grande impresa calcistica della storia cittadina: niente che meno la prima promozione in serie A del Verona.
Quelle maglie di lana blu con il colletto giallo avevano compiuto un vero e proprio miracolo coinvolgendo, come sempre avviene in tempi di vacche grasse, tutta la città.
La stagione calcistica era stata una continua marcia trionfale dell’Aida, dove domenica dopo domenica i nostri paladini avevano saputo imporsi ovunque, rintuzzando gli attacchi di altri temibili concorrenti, come l’Alessandria. Poi era finalmente arrivata quell’ultima giornata contro gli azzurri del Como.
LA CRONACA
Il tempo inclemente aveva caratterizzato l’intero incontro, accompagnandolo sotto scrosci di pioggia incessante: ma cosa importava bagnarsi a quelle migliaia di tifosi accorsi per quell’ultimo determinante match?
Ai nostri era sufficiente pareggiare ma, come spesso accade, il diavolo ci mette “la coda e le corna”, perché il Como passava improvvisamente in vantaggio con una rete di Baldini.
Anche se quella era una tiepida giornata di giugno piovosa sul vecchio Bentegodi scese il gelo.
Addio sogni, addio serie A.
“IL VERONA E’ ALL’ANGOLO”
Lo smarrimento durava, fortunatamente, il medesimo tempo dei pugili mandati al tappeto da un “uppercut” ma salvati dal provvidenziale gong.
E, come spesso accade, all’angolo ci sono i “Secondi” pronti a farli rinvenire ricaricandoli per il proseguimento del combattimento.
Lo stesso è stato per il Verona, sospinto da Angelo Piccioli e dal pubblico vociante al calor bianco dopo quell’interminabile momento smarrimento.
“CI PENSANO RIBOT E BASSETTI”
Il Verona si risvegliava ed attaccava come un forsennato mentre il Como elevava barricate in difesa del gollonzolo di vantaggio, che avrebbe permesso ai lariani di appuntarsi il merito di aver impedito ai veronesi la storica promozione in serie A, proprio all’ultima partita: quella decisiva.
Non avevamo però fatto i conti giusti. Infatti Ribot-Galassini, la funambolica ala destra romano-veronese, inanellava un dribbling di rara bellezza, seminando tre avversari come fossero birilli, ed una volta sul fondo pennellava un cross per l’accorrente Bassetti (basso di nome e di fatto) che insaccava il pallone alle spalle del portiere: era la serie A!
Il campionato era dunque finito, ora cominciava la nuova avventura nella massima divisione i compagnia di quelle squadre come Juventus, Milan, Inter, Torino, Bologna, che i ragazzi di quel tempo conoscevano perché ne vedevano le foto sugli ampi servizi dello “Sport e Ciclismo Illustrato”, rigorosamente in bianco e nero.