Cos’è la Haka?
Nel suo libro “Maori Games and Haka”, lo studioso Alan Armstrong descrive la Haka così:
“La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi… tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l’esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti.”
È dunque una danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra o intimidatoria, come è erroneamente considerata spesso, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di libertà nei movimenti.
È comunque un rituale impressionante, come si può ben vedere dall’esibizione degli All Blacks: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori.
L’origine della “Ka Mate”
Attorno al 1820 un capo Maori chiamato Te Rauparaha
compose “Ka Mate”, l’haka più conosciuta. Te Rauparaha era l’alto
capo dei Ngati Toa and i suoi possedimenti andavano da Porirua fino alla costa
di Kapiti e comprendevano anche l’isola Kapiti.
“Ka mate! Ka mate!” furono le parole dette da Te Rauparaha mentre si
nascondeva in un pozzo per sfuggire ai suoi inseguitori, i Ngati Tuwharetoa.
Nella sua fuga egli giunse da Te Wharerangi e gli chiese protezione. Sebbene
piuttosto riluttante, Te Wharerangi alla fine acconsentì e gli ordinò di
nascondersi in un pozzo kumara. La moglie di Te Wharerangi, Te Rangikoaea, poi,
si mise a sedere su di esso.
A riguardo del perchè la donna fece questo ci sono due
storie che si tramandano.
La prima spiega il gesto col fatto che nessun uomo (a quel tempo era
considerato sconveniente) si sarebbe messo in una posizione che lo avrebbe
portato sotto gli organi genitali femminili. Anche gli inseguitori avrebbero
pensato la stessa cosa e avrebbero deliberatamente evitato di controllare il
pozzo. Tale pregiudizio ovviamente non interessava Te Rauparaha, che aveva
interesse solo a salvare la pellaccia!
La seconda racconta invece che la donna si sedette per neutralizzare un
incantesimo lanciato a Te Rauparaha dal capo degli inseguitori. In quel
periodo, infatti, si credeva che gli organi femminili avessero il potere di
“schermare” le persone dai sortilegi.
All’arrivo degli inseguitori, Te Rauparaha mormorò “Ka Mate! Ka mate!” (Io muoio! Io muoio!), ma quando Te Wharerangi disse che l’uomo che stavano cercando era scappato verso Rangipo, egli gioì “Ka Ora! Ka ora!” (Io vivo! Io vivo!). Ma Tauteka (il capo degli inseguitori Ngati Tuwharetoa) dubitò delle parole di Te Wharerangi, così il fuggitivo ripetè sconsolato “Ka mate! Ka mate!” un’altra volta. Fortunatamente gli inseguitori si fecero convincere del fatto che egli non si trovava nel pa (il villaggio) di Te Wharerangi e quindi Te Rauparaha esclamò “Ka ora, ka ora! Tenei te tangata puhuruhuru nana nei i tiki mai whakawhiti te ra!” (Io vivo! Io vivo! Questo è l’uomo peloso che ha persuaso il Sole e l’ha convinto a splendere di nuovo!). L’uomo peloso a cui si fa riferimento nella haka è Te Wharerangi, il capo che diede rifugio a Te Raparaha nonostante il suo desiderio di non essere coinvolto.
“Upane”, che vedrete scritto qui sotto, letteralmente significa “terrazza”, ma probabilmente si riferisce ai gradini intagliati nella parete del pozzo per dargli un più comodo accesso. Ogni “upane” descrive i titubanti passi di Te Raparaha mentre emergeva dal pozzo per controllare la situazione. Uno può solo immaginare la gioia di non solo essere scampato alla morte per il classico rotto della cuffia ma anche di ritornare alla luce dal buio del pozzo kumara: “Whiti te ra! Hi!” (Il Sole splende di nuovo! Hi!)
Una volta fuori dal pozzo, nel cortile di Te Wharerangi e di fronte a sua moglie, Te Rauparaha eseguì allora la haka che aveva composto mentre giaceva nel buio. La variante usata degli All Blacks è riportata qui di sotto, assieme alla traduzione. C’è da notare che le parole in alcuni casi sono state divise per indicare la cadenza delle sillabe, durante l’esecuzione della haka.
Testo originale
Ringa pakia
Uma tiraha
Turi whatia
Hope whai ake
Waewae takahia kia kino
Ka mate! Ka mate! Ka Ora! Ka Ora!
Ka mate! Ka mate! Ka Ora! Ka Ora!
Tenei te tangata puhuru huru
Nana nei i tiki mai
Whakawhiti te ra
A upa…ne! A upa…ne!
A upane kaupane whiti te ra!
Hi!!!
Traduzione
Batti le mani contro le cosce
Sbuffa col petto
Piega le ginocchia
Lascia che i fianchi li seguano
Sbatti i piedi più forte che puoi
Io muoio! Io muoio! Io vivo! Io vivo!
Io muoio! Io muoio! Io vivo! Io vivo!
Questo è l’uomo peloso
Che ha persuaso il Sole
E l’ha convinto a splendere di nuovo
Un passo in su! Un altro passo in su!
Un passo in su, un altro… il Sole splende!!!
Hi!!!
(Testi: wikipedia.org – Foto: federugby.it)