-di Massimo Rosa –
Certe fortune sono, oltre l’abilità e l’intuito, il frutto di cultura e di fortuna, un mix straordinario che da luogo a filoni duraturi negli anni, se non nei secoli. E’ il caso di quanto state per leggere nelle prossime righe.
Herr August Horch era un distinto signore di Colonia, con il pallino della meccanica, uno dei primi precursori dell’automobile in Europa, che a cavallo tra il XIX ed il XX secolo fondò la A. Horch & Cie, un’azienda di riparazioni delle prime e poche autovetture circolanti.
Herr Horch, uomo vulcanico d’ingegno, capì da subito che il futuro dei landeaux (carrozze da passeggio con traino a cavalli) volgeva ormai alla fine, e che il futuro sarebbe stato di quello strano mezzo senza alcun traino d’animale. I cavalli, che dovevano spingere i nuovi e futuri mezzi di locomozione a quattro ruote erano dentro il motore, racchiusi tra camere a scoppio e cilindri.
Il nostro teutonico signore era però mal sopportato dai propri colleghi impegnati nella stessa esperienza che vedevano in lui un elemento col fuoco addosso, quindi pericoloso. Con la scusa che di denari ne uscivano parecchi, quasi tutti destinati alla continua innovazione tecnica delle vetture, lo misero in condizione di dare le dimissioni. E così fu.
Ma Herr Horch non avrebbe mai immaginato che da lì sarebbe iniziata la propria fortuna.
Grazie agli amici racimolò tanto denaro da poter aprire un moderno stabilimento dando vita ad una nuova società, la August Horch Automobilwerke GmbH, con la quale iniziò a produrre le nuove auto Horch.
Ma i vecchi soci gli contestarono il nome, ricordandogli di possedere il marchio registrato della Horch & Cie.
Cause e contro cause ma alla fine Horch ebbe partita persa. Era l’anno 1899.
Cosa fare allora ? Poiché la fortuna aiuta gli audaci, questa gli venne incontro.
Il suo amico Franz Fikentscher aveva un figlio di dieci anni, studente di latino, che, con molta perspicacia, gli propose l’uso nella lingua di Roma del proprio cognome, cioè la traduzione di Horch, che in italiano vuole dire ascolta, equivalente all’imperativo presente che in latino diviene AUDI. Sic et simpliciter.
Correva l’anno 1909 quando nacque la AUDI WERKE.