Di Andrea Buonaiuto
Minuto 93 e pochi spiccioli di gara da spendere. In giro per San Siro più di un motivo di insoddisfazione per una partita complicata, messa a dura prova dai due pali del Verona, ravvivata nel finale dal montante timbrato da Castillejo. L’uno a uno è giusto ma non piace. Mugugni e urla rabbiose fino a un richiamo a bordo campo. Fino al 93esimo e pochi spiccioli: qui un frastuono interrompe l’aria insoddisfatta e il clamore attraversa gli spalti da torre a torre. Esce Castillejo, entra Madini. Il giovanissimo Daniel, terzo prodigio della più gloriosa Dynasty milanese.
Applausi scroscianti e per ‘pochi spiccioli’ di questo ambiguo finale, il popolo rossonero mette da parte la stizza per l’uno a uno casalingo e concede una parte di cuore al debutto del figliol prodigo. Pochi scampoli di gara, nessun tocco di rilievo ma tanti occhi per lui in attesa di un minutaggio maggiore. Che ci sarà, tenuto conto di un talento precoce ed evidente. Come sostenuto nel dopo-partita dal tecnico Pioli: “Ha qualità e grandi potenzialità che presto emergeranno”. C’è da credere alle parole del tecnico. Almeno quanto alle capacità tecniche di Daniel Maldini. Trequartista di professione all’età di diciotto anni: controllo di palla superiore alla media, lancio in verticale, dribbling in scioltezza. Il ragazzo si farà, San Siro lo esalterà. Ufficiale: il terzo atto della Maldini Dynasty c’è già!