-di Massimo Rosa –
LA STORIA
Parente vicino delle bocce, il Curling nasce nelle Highlands scozzesi del XV° secolo.
La prima traccia trovata del gioco è del 1511. Di questa se ne trova ancora memoria sulla Stirling Stone.
Del Curling vi è anche traccia in un celebre dipinto del maestro fiammingo Peter Brueghel, dove, nel paesaggio invernale rappresentato, vi è anche un’immagine di questo gioco.
Primo club della sua pluricentenaria storia è quello fondato nel 1716 nella cittadina di Kilsyth dello Stirlingshire, nato grazie alla passione dei suo abitanti, al quale successivamente ne seguirono altri dislocati un po’ ovunque nella Scozia centrale.
Inizialmente giocare a Curling oltre al divertimento era anche, quasi sicuramente, una dimostrazione di forza a chi lanciava la pesante stone il più lontano possibile. Così, con il passare del tempo, il gioco subisce, una metamorfosi, come spesso avviene negli sport, trasformando così l’antica prova di forza nella più moderna prova d’abilità.
Questo avviene a partire dal 1838 quando si costituì il Royal Caledonian Curling Club, che ridisegnò forma e dimensione della stone, oltre a darsi delle moderne regole di gioco.
Nel 1922 il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) legittimò la World Curling Federation.
Ma solo alle Olimpiadi di Nagano, il Curling è divenuto sport olimpico.
Nel nostro Paese la sua apparizione è avvenuta tra il 1925 ed il 1930 nella stazione invernale di Cortina d’Ampezzo, ma solamente dal 1952, sempre nella cittadina ampezzana, è praticato regolarmente.
Il Curling è una delle discipline gestite dalla Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, aderente a sua volta a: World Curling Federation (WFC), European Curling Federation (ECF) ed al Royal Caledonian Curling Club, il prestigioso Club che diede l’avvio al moderno Curling.
CURLING VUOLE DIRE FAIR PLAY
Così infatti recita la Federazione Italiana sport del Ghiaccio:
“ Il curling è uno sport di abilità e tradizioni. Un lancio ben eseguito è tanto piacevole a vedersi quanto gradevole è osservare che le antiche regole di gioco vengono applicate secondo il vero spirito del Curling.
DOVE SI PRATICA
Come si è già detto il Curling altro non è che il gioco delle bocce giocato sul ghiaccio.
Per praticarlo è necessario trovare un “ Curling Center “, oppure molto più semplicemente usufruire di piste di pattinaggio o di piste di hockey. La superficie ghiacciata e ben levigata ha la sua grande importanza.
COS’E’ UNA “ STONE “
La stone è la “ boccia “ con cui si gioca la partita, la cui traduzione dall’inglese non è altro che il significato di pietra.
Per tradizione la stone è di granito scozzese, poroso ed elastico. Essa, ai 40 chilogrammi di peso di un tempo, si contrappongono i 19 di oggi. La sua circonferenza è di cm. 90, per un’altezza di 11, senza contare ovviamente l’impugnatura (handle).
Ai due poli si trova la sottocoppa, parte concava, che permette il miglior scivolamento sul ghiaccio
DOVE TROVARE LE STONES
Innanzitutto c’è da dire che le stones non si acquistano perché vengono usualmente affittate per la partita dal club d’iscrizione che, a sua volta, le compra dalla Federazione, unica fornitrice in Italia. Il costo di una stone si aggira sui 1300 Euro.
I PROTAGONISTI
Se l’obiettivo è simile a quello del gioco delle bocce, cioè andare a punti effettuando tiri della massima precisione, il Curling si differenzia però per una serie di particolarità, una delle quali è che le due squadre in pista sono formate entrambe da 4 giocatori, denominati Curlers.
CHI E’ L’ICE MAKER
L’Ice Maker è un’importante figura del Curling, e senza di lui la partita non potrebbe svolgersi.
L’Ice Maker, infatti, è il tecnico a cui è demandato il compito affinché il campo gara sia in perfette condizioni di praticabilità, e lo stesso dicasi per gli attrezzi del gioco: stone, pedane, tabelloni e tappeti.
Prima del match l’Ice Maker prepara la grafica sul campo di gara ghiacciato, e successivamente sovrintende perché la situazione sia sempre idonea al gioco.
LA SQUADRA
Come abbiamo già detto la squadra si compone di 4 giocatori: un lead, un second, un third, uno skip.
Il leadè quello che ha il compito d’iniziare la partita, effettuando il primo lancio; il second ed il third, effettuano il secondo ed il terzo lancio, mentre lo skip è quello che la chiude.
Lo skip deve indicare con la scopa la traiettoria migliore da imprimere alla stone, elaborando così la strategia del gioco.
Il lead è il giocatore che inizia per primo ad ogni mano.
Il second è il bocciatore per eccellenza, con una grande capacità di andare a punto.
Il third deve avere le caratteristiche di un third, con la differenza che deve sostituire lo skip quando questi è in pista, dirigendolo nel tiro. Un buon third non deve essere mai emotivo.
Ognuna delle due squadre ha il manico della stone di diverso colore, usualmente uno è giallo e l’altro è rosso.
IL CAMPO DI GIOCO
Il suo nome in gergo è rink, ha una forma rettangolare il cui lato lungo misura mt. 44,5, mentre quello corto è mt. 4,75.
La piccola area destinata al “parcheggio” delle stone in attesa del lancio è delimitata dalla Back Line (linea a tergo). Così in gergo si dice che le stone in quella posizione sono out of play, cioè fuori gioco.
A contatto con la Back Line vi sono poi quattro cerchi concentrici di diverso colore uno all’interno dell’altro. Dall’esterno verso l’interno in successione sono: blu, bianco, rosso e bianco.
L’insieme dei cerchi è denominato House (casa). Il centro è attraversato trasversalmente dalla Tee Line (tubo a terra).
Gli sweeper possono agire con i loro Broom (spazzoloni) solo nella parte di campo compresa tra i due Tee Line.
I cerchi sono due e si trovano alle estremità opposte del campo gioco. Le House sono il target (obiettivo) da centrare. Più in là del cerchio si trova la Hog Line, cioè è il limite massimo in cui deve avvenire il lancio.
LA PARTITA
Un incontro di Curling è diviso in 10 end (10 mani). In caso di parità sarà disputata una Extra End, cioè una tornata supplementare.
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