di Massimo Rosa
Verona – Ci mancava anche il Coronavirus (o “vairus” per dirla alla Luigi Di Maio) per danneggiare ancor di più il nostro calcio già malato, obbligando gli aficionados della pelota a disertare lo stadio per timore di contagio del “vairus”. Così anche il Marc’Antonio ha pagato dazio sprangando le porte. Solo ammessi, per disposizione della Lega di serie B, noi giornalisti per una quota massima di 75 persone su 150 posti della Tribuna Stampa. Mah!
Colpo d’occhio spettrale per la desertificazione degli spalti, mentre l’altoparlante enunciava le due formazioni come se il pubblico fosse presente.
La partita in cartello ChievoVerona-Livorno. Niente di più facile sino al fischio d’inizio, vista l’irrimediabile ultima posizione dei livornesi. Ma si sa quando niente è più facile tutto diventa impossibile. Così la squadra di Mastro Michele Marcolini scorda di saper giocare facendo fare una bella figura agli avversari, che così peregrini non sono, anzi.
Quello di questa sera non è stato certamente il Chievo visto nelle ultime partite capace di cogliere due successi, uno dei quali alla Dacia Arena di Udine contro il Pordenone. Un Chievo senza alcuna verve, più spettatore che attore. Una partita da archiviare prontamente per la delusione, soprattutto per la noia.
A proposito il Chievo ha perso per 1 a 0, restando inchiodato a quota 37 vedendosi sfilare il Pordenone che vola a 42 punti. Dunque ancora una rincorsa per restare in zona play-off, ma non sarà facile alternando il gioco al non gioco come questa sera nello spettrale Marc’Antonio Bentegodi, quello dove Mastro Michele segnò un goal d’antologia.