di Max Winter
“La Lonsdale? Ma non è più di moda dai tempi dei Beatles!”. Così esclama un tifoso dell’Hull City per sfottere un rivale in “City Psychos” di Shaun Tordoff. Perfetta definizione per capire le alterne vicende che da sempre hanno caratterizzato il marchio Lonsdale London.
La storia della Lonsdale è, prima ancora che legata a quella delle sottoculture, strettamente connessa alla storia della boxe.
Tutto inizia nell’ultimo decennio dell’Ottocento quando il quinto Conte di Lonsdale Hugh Cecil Lowther organizzò i primi incontri di pugilato con i guantoni, dopo che alcuni pugili erano morti a causa dei danni procurati dai pugni nudi (ed è uno tra i diversi motivi che è riconosciuto come uno dei padri fondatori della boxe moderna).
Fu primo presidente dell’Arsenal F.C., ed è in suo ricordo che il colore
giallo è presente sulla seconda maglia della squadra dell’Emirates Stadium. Il
giallo, infatti, era il colore del simbolo della sua casata, simbolo anche
riportato sulla portiera della sua Rolls Royce. Altra particolarità della sua
Rolls era il tettuccio più alto del normale dovuto al fatto che, per non
togliersi la tuba dalla testa quando saliva – era alto 1.94 – aveva dovuto
ricorrere a questo stratagemma.
Nel 1909 istituì la “Lonsdale Belt”, la più antica cintura della boxe
professionistica. Il riconoscimento veniva attribuito a chi conquistava il
titolo britannico e lo difendeva almeno due volte con successo. Un campione non
era considerato tale se almeno una volta nella vita non aveva indossato la
Lonsdale Belt.
Nel 1929 divenne primo presidente del British Board of Control Boxing.
Hugh Cecil Lowther morì nel 1944, all’età di 87 anni.
Nel 1960 un suo erede, James Hugh William Lowther, diede il permesso all’ex
pugile professionista Bernard Hart di vendere abbigliamento ed attrezzature
sportive con il marchio Lonsdale. Hart aprì quindi lo storico negozio a Soho al
21 di Beak Street.
Erano i “Favolosi anni 60”, quelli di Carnaby Street, dove le minigonne della stilista Mary Quant invadevano il mondo, erano quelli dei Beatles e i Rolling Stones, che facevano della capitale inglese la “Swinging London”.
Londra dunque dettava con le sue mode ed i suoi marchi una rivoluzione copernicana di usi e consumi tra tutti i giovani di allora. E’ in questo contesto che il marchio Lonsdale London si affermava. Numerosi furono i campioni della boxe che usarono guantoni e pantaloncini del noto marchio, tra questi anche Muhammad Alì, come altrettanto numeroso fu l’abbigliamento da tempo libero indossato ovunque e da chiunque.
Sul finire degli anni Settanta invece avvenne la consacrazione della Label nel mondo delle sottoculture, diventando così oggetto feticcio per Skin e Mod. Negli anni Ottanta il marchio si diffuse in tutta Europa ed anche in Italia. Chi indossava magliette e felpe con questo logo (non era facile reperirle nei negozi italiani) si diceva che “fosse uno che sapeva”, in parole povere un ganzo.
I primi scossoni al brand, a quelle che si credevano essere le solide fondamenta, avvennero quando il marchio venne registrato in Germania. Chi si assicurò la distribuzione europea aveva la limitazione di non potere vendere nel Regno Unito. Così di fatto si crearono due Lonsdale dallo stesso nome, ma dai tratti caratteristici assai diversi: in UK il boom durò sino a quando Carnaby Street era l’ombelico del mondo e con il passare di moda di questa strada anch’esso ne risentì. Nel Vecchio Continente, invece, la scarsa qualità di chi produceva i capi di abbigliamento ne decretò di fatto la scomparsa.
Nella boxe è rimasto il marchio per antonomasia, nel tempo libero invece il “Leone della Lonsdale” sta rincominciando a ruggire ed a riconquistare notorietà.
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