I campionati mondiali di sci hanno visto un weekend di battesimi ed un Italia in chiaroscuro. 3 sciatori hano vinto il mondiale per la prima volta nella loro carriera, ma non sono italiani. Le nostre sciatrici hanno ottenuto buoni piazzamenti, meno bene lo sci maschile.
di Lorenzo Fabiano della Valdonega
Weekend di battesimi
Weekend di battesimi quello nordamericano, che ha visto l’Italia in chiaroscuro. In tre, hanno infatti assaporato per la prima volta in carriera il profumo della vittoria in coppa del mondo, e scritto così, piccoli pezzi di storia. Le firme le hanno messe l’astro svizzero Marco Odermatt e il maturo americano Tommy Ford a Beaver Creek, e quell’autentico fenomeno della ceca Ester Ledecka a Lake Louise.
Ester Ledecka sci e snowboard
Per cavalleria, partiamo proprio da lei, una che sulla neve si divide tra tavola e sci: e già qui ci sarebbero gli ingredienti per scrivere un romanzo. Ai giochi olimpici in Corea del 2018, Ester fu capace di conquistare due ori: uno sullo snowboard nel gigante parallelo, l’altro sugli sci nel supergigante. Se il primo era nell’aria (veniva da due ori mondiali nel 2015, e un argento nel 2017), nessuno avrebbe scommesso un solo penny sul secondo. Persino lei stessa al traguardo stentò a credere al prodigio che aveva appena realizzato.
Ester Ledecka vince sugli sci
Se sulla tavola ha poi continuato a vincere (coppa del mondo di parallelo 2019), da quel giorno magico sugli sci era invece rimasta all’asciutto. Almeno fino a sabato, quando con lo stesso pettorale di Pyeongchang, il 26, nella libera di Lake Louise Ester ha rotto il digiuno e le ha rimesse di nuovo tutte in fila, cogliendo quel benedetto primo successo in coppa del mondo che le mancava. Ora sapremo almeno che numero giocare sulla ruota di Cortina ai mondiali del prossimo anno. Da dire c’è che quest’anno dev’essersi decisa a fare sul serio, se in Canada è rimasta un mese ad affinare la preparazione. Che si sia finalmente convinta che anche lo sci le può regalare soddisfazioni quanto lo snowboard? Da quanto abbiamo visto, propenderemmo di sì.
Gloria per Marco Odermatt e Tommy Ford
Ha raccolto il primo frutto anche il ventiduenne svizzero Marco Odermatt, un predestinato che ai mondiali junior di Davos del 201, si mise al collo ben cinque medaglie d’oro. Il suo primo centro tra i grandi era nell’aria; lo ha colto sulla Birds of Prey di Beaver Creek a Vail, uno dei sacrari dello sci mondiale. Sentiremo ancora parlare di lui, questo è sicuro. La Birds of Prey ha glorificato pure Tommy Ford, trentenne americano dell’Oregon, che nel tempio di Ted Ligety, ha vissuto il suo giorno dei giorni, mettendosi dietro in gigante un Henrik Kristoffersen in palla. Ci ha messo un po’ Ford a godersi un giorno così, ma se la consacrazione doveva essere sulla neve di casa, attendere ne valeva davvero la pena.
La classifica generale premia per il momento i discesisti. Dal confronto tra i due pretendenti, Kristoffersen raccoglie l’eredità di Hirscher uscendo al meglio dal confronto con Alexis Pinturault. A Val d’Isere il prossimo duello. Se tra i maschi ne vedremo delle belle quest’anno, tra le ragazze Mikaela Shiffrin ha già spiccato il volo verso la quarta sfera di cristallo. Nulla di nuovo sotto il sole, anche se in questo weekend americano lo abbiamo visto davvero poco.
Pochi successi perl’Italia: dominik paris 13 e 11 posto
Veniamo a casa nostra!In questo weekend di battesimi l’Italia è stata davvero in chiaroscuro. Dolenti le note sullo spartito della Birds of Prey, pista sulla quale la stella di Dominik Paris non ha mai brillato troppo. E così è stato pure stavolta: l’ha subita non riuscendo mai ad aggredirla. Torna a casa con un tredicesimo e un undicesimo posto, bocconi amari ai quali uno come lui che veniva da ben otto podi consecutivi, non era più abituato. E vabbè, è umano anche lui. Ora potrà preparare l’assalto alla vittoria in Valgardena che ci manca in discesa dal 2002, quando fu Kristian Ghedina a vincere, e dal 2009 in superG con Werner Heel. Sulla Saslong, che vedrà il rientro di Christof Innerhofer, sarebbe ora di spezzare l’incantesimo.
Musica più allegra per le nostre sciatrici
Decisamente più allegra la musica che riecheggia dalle nevi dell’Alberta in Canada, dove da contraltare a una Sofia Goggia al di sotto delle attese, han fatto Francesca Marsaglia e Nicol Delago. La ventinovenne romana, cresciuta sugli sci insieme al fratello Matteo a San Sicario, è salita per la prima volta in carriera sul podio, splendida terza. Un risultato che la premia dei tanti sacrifici in tutti questi anni. A ventidue anni, la gardenese ha centrato il suo secondo gradino, dopo quanto fece un anno fa in casa sua sulla Saslong. Allora era una discesa libera, stavolta era un supergigante. Poco cambia perché nei tratti scorrevoli, quando c’è da far correre gli sci la ragazza è un missile. Occhio poi alla sorellina Nadia, di un anno più giovane, che a Lake Louise è entrata nelle prime trenta. Festeggiano papà Norbert e zio Oskar, ex azzurro negli anni ’80, che per le due nipoti è sempre prodigo di buoni consigli. Ci uniamo ai complimenti.