Doppietta rosa sul podio nello sci. Sofia Goggia vince, Federica Brignone seconda.
GRAND’ITALIA DELLO SCI SBANCA A ST. MORITZ E VAL D’ISERE
-È un’Italia che vola sulla neve della coppa del mondo. Altra doppietta rosa a due settimane di distanza dal gigante di Killington, che ha visto Marta Bassino festeggiare il primo centro della carriera davanti a Federica Brignone. Questa volta l’accoppiata sul podio l’abbiamo piazzata nel supergigante di St Moritz, dove Sofia Goggia, pur litigando con un bastoncino che non ne voleva sapere di starsene buono nella sua mano sinistra, ha riassaporato quel profumo di vittoria che le mancava dal febbraio scorso nella discesa di Crans Montana. Dietro di lei a un solo centesimo, Federica Brignone, abbonata quest’anno alla seconda moneta, ma in gran spolvero e la più regolare delle nostre in questo primo scorcio di stagione. Un centesimo è nulla, e forse anche meno, ma continuando a sciare così Federica non dovrebbe tardare molto a salire sul gradino più alto.
Una vittoria meritata
Pulita e veloce, tecnicamente la valdostana è luce per gli occhi e sinfonia per le orecchie degli esteti. Difficile sciare meglio di così. Ma Sofia Goggia, dopo le delusioni di Lake Louise, questa vittoria la voleva ad ogni costo e alla fine l’ha arpionata con le unghie inventandosi un rischiatutto dal primo all’ultimo metro del tracciato. Linee pazze, pieghe da paura in curva, inclinazioni al limite della fisica: graffi di rock sugli sci. A tanto è dovuta ricorrere la leonessa bergamasca per appendere il settimo sigillo della carriera (il terzo in SuperG). Del resto così non fosse, mica sarebbe Sofia Goggia. Che meraviglia! E se dinanzi alle nostre, com’era già successo a Killington, si è dovuta inchinare persino una regina come Mikaela Shiffrin, il bottino è ancora più ricco.
Quella di St Moritz, è l’undicesima doppietta e la vittoria numero 86 nella storia del nostro sci femminile. Numeri da valanga. Rosa, ovviamente.
3° posto per Stefano Gross
Le buone notizie non sono però finite qui, perché questo weekend ci ha restituito il nostro uomo di maggior punta tra i pali stretti. Segno che il lavoro di un tecnico come Jacques Theolier, paga. Nelle discipline tecniche non salivamo sul podio da oltre due anni; l’ultima volta fu Stefano Gross a piazzarsi secondo nello slalom di Kranjska Gora. Il digiuno è conciso con il calvario che ha dovuto sopportare il fassano, bersagliato dagli infortuni fino all’operazione al ginocchio cui si è sottoposto a fine stagione scorsa. La lunga attraversata del deserto si è completata sulla Face de Bellevarde di Val d’Isere dove Gross ha conquistato un brillante terzo posto che lo ripaga di tanti dolori. Ha sofferto, ha sgobbato e sudato tanto: giusto che il sortilegio fosse proprio lui a spezzarlo. Nono dopo la prima manche, il trentatreenne della Val di Fassa non ha fatto calcoli, non si è accontentato di raccogliere punti preziosi, ma ha spinto a tutta. Atteggiamento premiato dalla terza piazza agguantata per un solo centesimo su Henrik Kristoffersen.
Spettacolare Kristoffersen, Pinturault in testa
Il norvegese ha dato spettacolo: penalizzato da un grave errore nella prima manche, ha sfoderato una seconda frazione da fuoriclasse, rifilando più di un secondo a tutti e risalendo così dal ventisettesimo fino al quarto posto. Mostruoso! Vittoria, la seconda quest’anno, per l’idolo di casa Alexis Pinturault, che guida ora la classifica generale con 21 punti di margine sul norvegese. Che fossero loro due a contendersi lo scettro lasciato vacante dopo otto anni da Marcel Hirscher, era ampiamente previsto. Che ne guadagnasse lo spettacolo, pure. Bello così.
Foto Fisi