In fuga verso la patria è la storia del coraggio di Rachid Mekhloufi, che abbandonò il calcio francese per l’indipendenza dell’Algeria.
di Massimo Rosa
Una crescente voglia di indipendenza
Con la fine della 2^ Guerra Mondiale la geografia politica cominciò a cambiare. Non solo l’Europa cambiò, ma anche buona parte di Africa ed Asia. Le numerose popolazioni, sino ad allora soggiogate dalle potenze colonialiste, cominciarono a prendere coscienza e ad aspirare a divenire anch’esse delle nazioni.
Lo spirito d’indipendenza s’insinuò un po’ ovunque, ridisegnando così il nuovo Atlante mondiale.
Guerra tra Francia e Algeria
Per arrivare però a questo risultato furono combattute delle aspre e feroci guerre. Tra queste vi fu quella tra Francia ed Algeria, che durò dal 1954 al 1962.
Battaglie, guerriglia ed attentati con migliaia e migliaia di morti. Da una parte i Pieds Noirs, cioè i francesi d’Algeria, dall’altra l’FLN, cioè il Front de Libération Nationale.
Sette anni di terribili lutti da entrambe le parti, alla fine dei quali nacque l’attuale Repubblica d’Algeria.
In questo contesto storico ci fu un eclatante episodio riguardante il calcio, dimenticato volutamente dai francesi, almeno da coloro di quella generazione, ma ricordato viceversa dagli algerini che ancor’oggi è per loro motivo d’orgoglio.
Storia di Rachid Mekhloufi
La storia che vi raccontiamo parte da Sétif, una remota cittadina di montagna (1096 m.s.l.) situata nel nord dell’Algeria. Qui il 12 agosto 1936 venne alla luce Rachid Mekhloufi, destinato a diventare un importante e storico calciatore.
Come tutti i ragazzi di quel tempo scopre il calcio dando pedate ad improbabili palloni nelle polverose vie della sua città e, proprio qui, esordisce nel Sétif, dove gioca sino al 1954.
Giocare gli piace, lui ed il pallone sono un’unica cosa. Come molti algerini, non ancora molto giovane, emigra dal Territorio metropolitano d’Algeria (era allora una provincia francese d’oltre mare) a quello della Francia.
Carriera nel calcio
Qui un amico lo porta a fare un provino al Saint Etienne. Che sia dotato lo capiscono subito i dirigenti, così seduta stante è ingaggiato. Il franco algerino è un forte attaccante, che ben presto conquista la scena del calcio d’Oltralpe, divenendone un punto di riferimento. E ben presto è convocato in Nazionale, dove disputerà, tra il 1956 e 1957, quattro incontri.
Vestirà la maglia verde del St. Etienne dal 1954 al 1958, del Servette (Ginevra) nel 1962, quindi tornerà al St. Etienne, suo grande amore per il quale segnerà 151 reti negli otto anni di appartenenza, prima di terminare la carriera nel Bastia.
Guerra con l’Algeria minimizzata
Nel frattempo la lotta per l’indipendenza dell’Algeria dalla Francia è sempre più feroce, senza esclusione di colpi dall’una e dall’altra parte. La stampa francese concede poco spazio ai fatti sanguinosi d’Algeria, minimizzandone la gravità.
La FFF (Fédération Française de Football) non è da meno, ed ignora anch’essa volutamente il problema. Convoca a ripetizione gli algerini emergenti nello scarso campionato in Nazionale.
La Francia si qualifica per il Mondiale di Svezia del 1958 e naturalmente non può fare a meno dei maghrebini, chiamandoli per l’imminente appuntamento iridato, tra questi anche Rachid.
Squadra dell FNL e fuga verso la patria
A questo punto colpo di scena!! Il giocatore del Le Mans, Mohamed Boumerazg, di ritorno dai Giochi dell’Amicizia del 1956 a Mosca, fonda la squadra di calcio dell’FLN. E’ un modo non violento di utilizzare lo sport per un nobile intento, quello di sostenere i desideri di un popolo oppresso, ad avere un Paese. L’idea ai suoi compatrioti calciatori piace. Così il 14 aprile 1958, alla chetichella, i giocatori con alla testa il loro più celebre compatriota, Rachid Mekhloufi, fuggono dalla Francia e raggiungono Tunisi, dove ha ospitalità la sede dell’FLN e dove nasce la squadra-ambasciatrice dell’Algeria indipendente.
“C’était une action politique pour dire au peuple française: réveillez vous ! Il y a une guerre en train de se dérouler..» (E’ stata un’azione politica per dire al popolo francese: svegliatevi, c’è una guerra in corso), dirà più tardi Boumerazag.
Pacifico contributo dei calciatori
Naturalmente la scomparsa dei giocatori non passa inosservata, e la stampa titola a nove colonne la fuga dei giocatori.
I calciatori, dunque, contribuiranno in maniera pacifica alla nascita del nuovo stato, giocando quaranta partite in diverse parti del mondo, finanche ad Hanoi di fronte al generale Ho Chi Min, padre del Vietnam odierno.
Rachid Mekhloufi torna in francia
Una volta ottenuta l’indipendenza, con trattato di Evian del 1962, Il nostro Rachid tornerà a Saint Etienne per indossare nuovamente la maglia verde. Vinse il campionato, e segnò addirittura due reti nella finale di Coppa di Francia.
Rachid Mekhloufi, vince con la Francia il titolo di campione del mondo militare nel 1957. Con il Saint Etienne vinse gli scudetti del 1957, 1964, 1967, e 1968. Come giocatore colleziona 11 presenze nella nazionale algerina. Come allenatore del suo Paese è medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1975 e oro ai giochi Africani del 1978.
Rachid Mekhloufi: un personaggio da ricordare
Nel 2012 è un personaggio chiave del film-documentario (video) di Eric Cantona “I ribelli del football”. Nel film il giocatore racconta della sua scelta di avere contribuito alla causa algerina attraverso un modo pacifico. Ha sacrificato la propria fama di star del calcio francese, per il nobile principio dell’indipendenza.
Rachid Mekhloufi, un personaggio che non ha lesinato certamente il coraggio, quando in quell’ormai lontano 1958 abbandonò, a rischio e pericolo, il professionistico calcio francese per correre in soccorso della sua Algeria. Un uomo, che in fuga verso il proprio paese, seppe anteporre l’ideale di Patria agli interessi personali. Un esempio da non dimenticare ed additare alle generazioni future.