Storia e carriera del pugile Primo Carnera, detto il gigante buono
di Massimo Rosa
Il gigante friulano che stupi il mondo
“ Ho preso tanti pugni nella mia vita, veramente tanti…ma lo rifarei perché tutti i pugni che ho preso sono serviti a fare studiare i miei figli”.
Il ricordo che ho di Primo Carnera sfuma nell’angolo grigio dei miei ricordi.
Era una sera del 1957 allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona, quello vecchio posto a due passi da piazza Brà, famosa per l’Arena, dove si sarebbe esibito da lì a pochi minuti Primo Carnera.In quello stadio si erano consumate, e si consumavano, le gesta pedatorie dei gialloblù veronesi, e prima ancora, quando questo era anche un velodromo, quelle dei più celebri assi delle due ruote.
Primo Carnera il gigante buono arrivava nella città di Giulietta e Romeo carico di fascino: era stato campione dei pesi massimi prima della guerra. Le sue imprese d’oltreoceano avevano inorgoglito gli italiani, allora ancora fieri di esserlo. Dunque un Carnera già leggendaria star del firmamento della boxe. Peccato che quella sera non sarebbe arrivato per disputare un incontro della noble arte ma uno di catch, l’odierno wrestling, specialità in cui eccelleva. Ha infatti conquistato ben 321 vittorie ed il prestigioso titolo Claims Heavywight Championship. Batte King Kong, un bestione di 228 chilogrammi di muscoli, il 2 febbraio dello stesso anno.
Sul prato verde del Bentegodi, dove s’imponeva al centro il ring di combattimento, erano accorsi un migliaio di veronesi, perché l’evento era uno di quelli da ricordare: si poteva ammirare il gigante di Sequals.
La sua storia in pillole
Primo era nato il 26 ottobre 1906 a Sequals, piccolo centro ad una quarantina di chilometri da Udine, oggi in provincia di Pordenone. Si dice, che il peso di Carnera alla nascita fosse stato di 8 kg, un vero e proprio gigante sin dal primo vagito. La famiglia era povera, come lo era la maggioranza dei suoi conterranei costretti spesso ad emigrare. La fame, il leit-motiv della sua giovinezza, lo obbliga infatti a raggiungere uno zio in Francia.
Il piccolo, si fa per dire, cresce a dismisura, tanto da raggiungere i 2,05 metri di altezza ed i 130 chilogrammi di peso, mentre di piede calza il 52. Un ciclope! Solo che a quell’apparenza truce corrisponde una persona sensibile dal cuore d’oro. Ma non si deve sapere. In seguito verrà chiamato il gigante buono.
Il catch
Quel suo fisico gigantesco non poteva non essere notato. Così un bel giorno, il furbacchione proprietario di un circo, lo ingaggia per disputare degli incontri di lotta. Ma più che di sport si tratta di spettacolo, comico da un certo punto di vista. La sua prestanza fisica è oltre misura, lo sua grande stazza è impressionante ed intimorisce.
Così il l’astuto proprietario organizza innumerevoli sfide contro le géant italien, sfregandosi le mani per gli incassi che il mite Primo gli fa ottenere, però a sua insaputa.
La boxe
Dopo tre anni di questa vita è notato da un certo Arcachon de Paul Journée, un ex campione dei pesi massimi, che ne apprezza la potenza e le potenzialità per far di lui un pugile .
Approda a Parigi, e dalla Ville Lumière inizia la sua sfolgorante carriera.
Gli inizi sono duri, non guadagna molto, la sua vita si divide tra palestra e lavoro.
Il mito del gigante imbattibile
Il fisico di Primo Carnera è talmente importante, che attorno ad esso viene costruito il personaggio del gigante buono imbattibile.
Chi incontra viene steso al tappeto, ma si dubita che gli incontri fossero truccati dal manager per fare nascere un mito, e con esso la sua forza devastante. Di ciò Carnera non ne è al corrente. Lui mulina i suoi giganteschi pugni stendendo al tappeto i malcapitati avversari, che cadono come birilli uno dietro l’altro. Carnera è vero fenomeno, e mena forte. Incontri truccati o non truccati, sono la strada che lo conducono verso la sfida dei suoi sogni: il match per conquistare la cintura di campione del mondo dei pesi massimi.
Gli usa: l’uomo più forte del mondo
Dall’Europa agli Usa, è il 1930. Gli anni della grande crisi finanziaria e del Proibizionismo. Carnera inanella una serie di vittoriosi ko, che gli rendono denari e popolarità, facendo di lui “l’uomo più forte del mondo”. Tra i k.o affibbiati ce n’è uno mortale. Il 10 febbraio del ’33 incontra al mitico Madison Square Garden Ernie Shaft. L’incontro è durissimo ed alla tredicesima ripresa l’americano è spedito al tappeto. Quattro giorni dopo morirà causa una emorragia cerebrale.
Il nostro campione è particolarmente scosso tanto da fargli abbandonare la boxe. Poi il rientro.
Ed il 29 giugno dello stesso anno eccolo ritornare sullo stesso tragico ring del Madison Square Garden, dove sono accorsi in 80.000 per vedere la sfida delle sfide dei pesi massimi per il titolo mondiale in palio: quella tra l’italiano, lo sfidante, e Jack Sharkey, il campione. Il suo avversario lo teme a tal punto che pretende di verificare i suoi guantoni, perché sospetta che dentro vi siano dei pezzi di ferro. Ma non trova il ferro. Trova invece l’uppercut del ko, che il campione di Sequals gli rifila al sesto round. E’ il titolo mondiale.
Primo Carnera eroe nazionale a piazza Venezia
La vittoria appena conquistata la dedica alla madre ed al Duce. La sua popolarità sconfina ovunque, è uno tsunami. Tutti lo vogliono. Addirittura in compagnia di Benito Mussolini si affaccia al celebre balcone di piazza Venezia per salutare l’oceanica folla acclamante. E’ l’eroe nazionale. Così tra un ko e l’altro continua la sua carriera, incrementando la sua leggenda.E’ tale la sua popolarità, che dal 1939 al 1959 partecipa a diversi film, diventando anche l’eroe di un fumetto per la matita di Filippo Scorzari.
C’è però sempre una fine, e questa avviene a Budapest per opera dei guantoni di Joseph Zupan. E’ il 4 dicembre 1939. Da qualche mese è iniziata la 2° Guerra mondiale. Non è più tempo di sport. Così Primo Carnera il gigante buono, dopo 103 incontri, 89 vittorie per ko e 14 sconfitte, entra nella leggenda. La leggenda, che mi apprestavo a vedere allo stadio Marcantonio Bentegodi quella sera del 1957.
Per me e tutti quegli spettatori una forte emozione.