Grazie alle sue idee innovative Thomas Arnold è considerato il padre dello sport moderno. Le sue idee aiutarono la formazione della classe dirigente inglese, della prima metà dell’800.
di Massimo Rosa
Chi è Thomas Arnold?
E’ da tutti riconosciuto che la Gran Bretagna sia la culla dello sport moderno, madre dell’idea olimpica per mano del barone De Coubertin. Motivo di questa origine, l’ammirazione del nobiluomo francese verso le attività sportive praticate nei College ed Università di quel Paese in grado di pesare sulla formazione educativa e, quindi, sociale dei giovani allievi, tant’è che ancor oggi essere un “Blue”, cioè avere fatto parte di una qualsiasi rappresentativa dell’università, è non solo motivo d’orgoglio, ma questo status lo riporti sul curriculum vitae personale.
Dunque un plus valore di non secondaria importanza. Ma se Pièrre Fredy De Coubertin fu il promulgatore dell’idea sportiva che avrebbe trovato la sua attuazione nei Giochi Olimpici, Thomas Arnold ne fu senz’altro il padre. Thomas Arnold è infatti considerato il padre dello sport moderno. Ma chi era costui? Era innanzitutto un istitutore che mise a punto un progetto educativo nelle Public School a partire dal 1820. L’obiettivo di questo disegno era quello di forgiare le future classi dirigenti dell’Impero Britannico.
Come? Attraverso i giochi di squadra, il più celebre fu il rugby seguito dal football.
Egli si prefiggeva di abituare il corpo alle diverse criticità, temprandone così oltre al fisico anche il carattere. In quel modo l’attività sportiva forgiava i giovani a prendere decisioni repentine che evidenziavano il sangue freddo di fronte a situazioni mutevoli, cose che nella vita di tutti i giorni sono frequenti. La finalità era dunque preparare gli allievi ad essere gli uomini del domani dalla forte tempra e dal carattere vincente, quel carattere che permise all’Inghilterra di andare alla conquista del mondo.
Le sue idee educative: 3 obiettivi
Thomas Arnold, rettore e pastore anglicano nella città di Rugby, nella sua “invenzione” dello sport moderno si poneva tre obiettivi: il primo quello di prediligere l’equilibrio, irrobustendo il corpo e nello stesso tempo frenare gli impulsi, dando così spazio all’immaginazione, la creatività decisionale; il secondo aveva come finalità la questione morale, cioè perseguire il fine attraverso i propri sforzi fisici in modo da sviluppare il senso della responsabilità personale, quindi comportamenti di rispetto verso l’avversario; il terzo era quello sociale, in altre parole fare assumere al giovane la cognizione di direzione ed organizzazione dei giochi, anche sotto l’aspetto amministrativo, funzioni protagoniste della futura classe dirigente.
La figura di Thomas Arnold può essere davvero definita come il padre dello sport moderno.E’ un elemento portante dello sport odierno. Non solo fu socialmente utile in un momento in cui la società britannica viveva la propria trasformazione, o se preferire rivoluzione da agricola ad industriale, ma era bisognosa più che mai di nuove classi dirigenti.
Questo suo intuito educativo è ancor oggi palpabile nei College ed Università del mondo anglosassone. Invece quasi niente da noi perché lo sport gode di poca considerazione nei programmi ministeriali scolastici se non addirittura nulla.E’ considerato a torto una perdita di tempo dalla nostra classe docente.
Giovanni Malagò affermò, in occasione della presentazione del piano formativo Coni 2014, come «nell’ambito della nuova organizzazione, la Scuola è chiamata a svolgere un ruolo sempre più essenziale quale centro di eccellenza nazionale in materia di formazione, aggiornamento e specializzazione in ambito sportivo e manageriale, sottolineandone l’importanza come grande veicolo di apertura verso una efficace interazione con il mercato e con la realtà internazionale, capace di implementare risorse e potenzialità».
A che punto siamo?