Poche donne nella politica dello sport
Con un titolo come donne e sport sicuramente penserete di trovare all’interno un racconto ,di qualche vicenda storica delle prime donne nel mondo dello sport olimpico. Oppure penserete di trovare interviste a campionesse incontrate durante le serate-conviviali del Panathlon . O ancora penserete a qualche argomento trattato nei vari convegni, a cui partecipo su invito, per parlare di sport femminile legato alla loro emancipazione. Niente storia, niente racconti di imprese ma” riflessioni futuristiche ”! Prossimamente diventeranno , o almeno lo spero, materia anche nella nostra Associazione, per una politica sportiva sempre più attuale. Una politica a cui non si potrà rinunciare e/o sfuggire, perché ormai i tempi sono maturi . Se la politica ha dovuto mettere mano alle quote rosa nei posti che contano, anche lo sport, visto il suo livello a zero sulle pari opportunità ,dovrà mettere mano a questa considerazione. Questa questione ormai non può più essere rimandata o affrontata in modo banale .
Ancora troppo maschlismo nelle dirigenze sportive
CONI , Federazioni e Associazioni come la nostra dovranno adeguarsi, per non risultare anacronistici. Rischiano di fare la figura di appartenere all’era di De Coubertin. Nel 1900 le donne dovevano essere solo coreografia, partecipando solo per incoronare i vincitori. L’Italia in questo contesto è il fanalino di coda in confronto al resto del mondo. Nessuna delle 40 federazioni sportive nazionali, enti di promozione e/o riconosciute è guidata dalle donne. Solo pochi nomi compaiono nella giunta nazionale del CONI, ma solo in quota atleti. Anche nel Consiglio nazionale su un numero di 78 membri, le donne sono quattro di cui tre in quota atleti .Le federazioni del CONI hanno avuto 707 presidenti e solo una donna (per un anno fra il 2008 e il 2009) Andreina Prestini, è stata presidente della Federazione Italiana Sport equestri. Su un secolo di vita i segretari generali sono stati 609 ma solo 26 sono state donne.
Anche le donne devono partecipare allo sport
Il mondo dello sport è stato dominato da sempre solo da uomini. Non voglio credere che oggi lo sia ancora, perché le donne non siano capaci. Forse così è stato, perché quelle competenti e preparate, non si sono mai impegnate a fondo per contendere posti all’aggressività maschile? Aggressività pronta a tutto per non cedere “sedie e privilegi”. Lo sport, lo sappiamo, è circondato da poteri consolidati difficili da scalfire. Ci sono cordate di potere, per ottenere posti dirigenziali indipendentemente dalla capacità della singola persona. Spesso non si viene nemmeno presi in considerazione. Ma credo che sia giunto finalmente il momento, di mischiare sensibilità maschili con quelle femminili. E’ ora di condividere intraprendenza e rigore, nel portare avanti progettazioni in cui anche le donne possono finalmente partecipare, condividere ,gestire e, perché no? Dirigere!
Evelin Christillin ex presidente comitato olimpico Torino 2006
Evelin Christillin ha potuto presiedere il Comitato Olimpico di Torino 2006. Ha sempre dichiarato nei suoi interventi in merito alla materia, che il problema si potrebbe superare attraverso l’inserimento delle famigerate quota rosa. Posto che io non sono mai stata d’accordo con questa soluzione, perché la trovo una “concessione poco rispettosa “. E’ molto lontano dai miei ideali di servizio. Devo ricredermi perché penso possa essere l’unico modo, per rompere il ghiaccio, per evitare la solita cooptazione fra uomini. Troppo spesso, se si decide di portare avanti un progetto, si sceglie una donna per attuarlo. Ma ad oggi mai si lascia spazio alle sue “pericolose idee di poter governare e/o dirigere”. Il Panathlon come reagirà di fronte a queste nuovi cambiamenti in atto? Continuerà con uno stile decoubertiano, o prenderà in considerazione il mondo femminile presente all’interno dell’Associazione? Ad oggi così non pare visto la presenza massiccia maschile.
Speranze per le donne nelle dirigenze dello sport
Forse in qualche ordine del giorno, in questo anno di passaggio con il nuovo presidente Costa, verrà presa in considerazione, sperando in un ragionamento serio rispettoso e all’avanguardia. Il cammino femminile da compiere per lo sport è irto di difficoltà, ma è ricco di speranze. Chi, meglio del Panathlon potrebbe aprire la via verso il “ femminile” nei posti dirigenziali nazionali? Spesso i nostri soci raccontano in pubblico il fair play, sapendo a questo punto dimostrare prima degli altri la differenza fra gli annunci e la realtà operativa. Per ora io vi lascio a quella che può sembrare una provocazione, ma credo possa produrre una serie di riflessioni forse mai affrontate fino ad ora. Invito le donne che vogliono impegnarsi nella nostra Associazione, a non esitare nel proporsi. I tempi sono ormai maturi, perché tante sono le donne preparate all’interno della nostra associazione, e non possiamo farci trovare impreparate!
Prof.ssa Adriana Balzarini